AGI - Nuovo esame in vista per la Borsa di New York: i dati sull'inflazione americana che verranno rilasciati in settimana potrebbero, secondo gli analisti, segnare il destino delle azioni statunitensi.
Questo perché se contro le attese, dovessero segnare un nuovo rialzo dei prezzi, ciò minaccerebbe di chiudere la porta alle aspettative di una svolta dovish da parte della Federal Reserve. Nelle ultime settimane lo S&P 500 ha camminato sul filo del rasoio salendo del 13% dai minimi di metà giugno grazie alle speranze che la Fed ponga fine ai suoi aumenti dei tassi di interesse prima di quanto previsto.
L'ultimo rapporto sul mercato del lavoro Usa ha rafforzato la tesi di ulteriori rialzi della Fed, ma non ha inficiato l'azionariato visto che lo S&P 500 è sceso di meno dello 0,2% in giornata e ha guadagnato per la terza settimana consecutiva.
I segnali che l'inflazione rimanga forte nonostante il recente calo dei prezzi delle materie prime potrebbero invece pesare ulteriormente sulle aspettative che la Fed non cambierà ritmo nella sua stretta di politica monetaria esaurendo la propensione al rischio e facendo scendere i titoli azionari.
E questo cambierebbe nettamente il 'mood' degli investitori. Insomma, ci sono nuvole all'orizzonte se si considera che la Fed non sembri intenzionata ad una fase 'colomba', e ciò è stato testimoniato nell'ultima settimana dalle prese di posizione di alcuni membri del board della Fed, contrari alla narrazione di un ammorbidimento della politica monetaria.
Tom Siomades, chief investment officer di AE Wealth Management, ritiene che il mercato non abbia ancora toccato il fondo e ha esortato gli investitori a evitare di rincorrere le azioni. "Il mercato sembra essere impegnato in una sorta di wishful thinking", ha detto. Gli investitori "stanno ignorando l'antico adagio: 'non combattere la Fed'".