AGI - "Dopo dodici mesi in rosso è arrivato il tredicesimo calo nelle immatricolazioni di auto in Italia che hanno fatto registrare una contrazione dello 0,9% rispetto a luglio 2021 e del 28,5% rispetto a luglio 2019, cioè rispetto all'ultimo mese di luglio prima della pandemia".
Lo segnala il Centro studi Promotor, sottolineando che "la situazione del mercato dell'auto resta dunque molto grave e l'effetto sulle vendite degli incentivi alla rottamazione varati il 6 aprile scorso è finora decisamente modesto. Oltre allo scarso effetto degli incentivi", si legge in una nota, "molti sono i fattori che stanno fortemente penalizzando il mercato dell'auto.
Nel 2020 l'esordio della pandemia ha determinato un primo drastico calo rispetto al 2019 che è tuttora molto difficile da recuperare.
La pandemia non è comunque l'unica causa delle difficoltà attuali dell'auto perché molto stanno influendo sulla domanda gli effetti psicologici e concreti della guerra in Ucraina e delle sanzioni adottate nei confronti della Russia a cui si aggiungono la crisi nelle forniture di microchip ed altri componenti essenziali per la produzione di automobili, il ritorno dell'inflazione, la fine del denaro a costo zero o comunque molto contenuto per le imprese ed ora anche la possibilità di politiche monetarie non più espansive".
Secondo il presidente del Csp, Gian Primo Quagliano, "il mercato dell'auto in Italia, ma anche in Europa, si trova stretto tra due emergenze. Una crisi della domanda e una grave crisi anche dell'offerta. L'impatto sul settore è molto pesante e non sono certo leggere le conseguenze per i consumatori. Nonostante il ridimensionamento della domanda, la carenza di prodotto è oggi talmente forte da avere effetti molto negativi per i potenziali acquirenti di auto sia nuove che usate. Per le nuove i tempi di attesa per la consegna si sono molto dilatati e i prezzi effettivi praticati dai concessionari sono aumentati perché si sono decisamente ridimensionati gli sconti che in tempi normali venivano accordati ai compratori e che potevano arrivare fino ad un 10% sul listino. D'altra parte dall'inchiesta congiunturale di luglio del Centro Studi Promotor emerge che il 95% dei concessionari dichiara giacenze di autovetture nuove basse. Una situazione analoga, mutatis mutandis, si verifica anche per il mercato dell'usato su cui si riversa una parte della domanda insoddisfatta di auto nuove. L'85% dei concessionari dichiara di avere giacenze di usato basse e insufficienti per far fronte alla domanda. Questa situazione ha tra l'altro determinato una forte crescita dei prezzi delle auto usate, con qualche vantaggio per i concessionari e per coloro che vendono un usato per acquistare un'auto nuova e forti svantaggi per coloro che invece sono in condizioni economiche che consentono soltanto l'acquisto di auto usate. In sintesi", conclude Quagliano, "la situazione del mercato dell'auto rimane molto seria".