AGI - È un piano che si articola su due asset principali quello che, secondo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, renderà “l’Italia indipendente dal gas russo dalla metà del 2024”.
Il documento, presentato oggi al Mite, prevede da un lato un aumento della diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas che vede forniture in graduale aumento con un +7,5 miliardi di metri cubi di gas nella seconda metà del 2022, +16,8 nel 2023, +21,4 nel 2024 e +24,6 nel 2025.
Dall’altro, ipotizza un piano di risparmio graduale che mira ad una riduzione del consumo di gas di 2,6 miliardi di metri cubi nel secondo semestre del 2022, di 7 nel 2024, di 7,9 nel 2024 e di 10,9 nel 2025.
Un esempio di cosa questo risparmio significherà nel concreto? Riscaldamenti residenziali pubblici e privati impostati con una temperatura di un grado inferiore al normale e accesi un’ora in meno al giorno. Provvedimento questo che da solo porterebbe ad un risparmio di 2,5 miliardi di metri cubi di gas.
"Quindi come potete vedere i nostri piani sono già oltre il taglio del 15% dell'accordo europeo”, sottolinea il ministro, precisando che anche il recente taglio delle forniture di gas dalla Russia sono comunque già coperte dagli aumenti di quelle provenienti dall’Algeria. Ma per essere certi che il piano sia efficace e non correre il rischio di dover intervenire con misure di contenimento industriale, “non previste per questo momento” e “che sarebbero un’ulteriore perdita di competitività molto grave per il nostro Paese”, è prevista anche la realizzazione di altri due rigassificatori (galleggianti e quindi rimovibili quando non saranno più necessari) e il prolungamento della vita dellle centrali a carbone in dismissione per almeno uno o due anni.
"Manderemo al 100% di capacità i rigassificatori che abbiamo ma questo ci porterà altri 3/4 miliardi di metri cubi.
Ci servono due rigassificatori nuovi. Non possono essere messi a Sud per via di una strettoia a Sulmona e allora sono da mettere al Nord, uno sul Tirreno e uno sull'Adriatico.
Uno è previsto a Piombino e l'altra a Ravenna. Piombino è quella che sarà pronta prima, perché ci sono tutte le condizioni tecniche per allacciarsi in sicurezza. Per Ravenna serve invece un raccordo quindi ci sarà bisogno di un anno in più ma é fondamentale che tra il primo trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024 inizino a rigassificare", osserva Cingolani.
L'Italia è comunque pronta ad affrontare il prossimo inverno. Gli stoccaggi di gas sono oggi al 71,1% in "forte recupero".
L’obiettivo resta “il 90% in ottobre, ma se si riesce a fare di più, meglio”, conclude il ministro.