AGI - Il rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base, varato dalla Bce giovedì 11 anni dopo l'ultima misura analoga, trova il plauso di numerosi economomisti di peso italiani.
Promosso anche il Tpi, il nuovo scudo anti spread messo in campo dall'Eurotower, soprattutto a difesa dei Paesi con debito pubblico più alto.
I mercati azionari finora sembrano essere rimasti tiepidi nei confronti delle misure messe in campo da Francoforte.
Ma si tratta di stumenti che, secondo gli analisiti interpellati, andranno valutati nel lungo periodo.
E nella loro capacità di frenare la corsa dell'inflazione, alle prese con i rincari delle materie prime, a partire dai costi energetici schizzati alle stelle con il conflitto in Ucraina.
"La decisione non è stata comunicata in maniera sbagliata, anche la struttura del Tpi non è così male. Deliberatamenete a mio avviso la Banca centrale europea ha lasciato delle ambiguità, molti dettagli più sul vago e no so se li daranno mai. Il mercato quindi viene lasciato nel dubbio e quello che farà probabilmente sarà soppesare le determinazioni della Bce di volta in volta", sostiene con l'AGI Lorenzo Codogno, economista, visiting professor alla London School of Economics.
Lo scudo per ora non scalda i mercati. "Secondo me quella degli investitori - argomenta Codogno - è una reazione non sorprendente, non è che queste decisioni fanno comprimere automaticamente gli spread ma evitano che si allarghi al punto di deteminare un cosiddetto bad equilibrium".
Quanto alla possibilità di nuovi rialzi dei tassi nei prossimi mesi Codogno specifica: "questo è solo inizio di un ciclo, onestamente mi aspettavo 25 punti, penso che dopo questa decisione la prospettiva di nuovi interventi se l'inflazione corre ancora". Poi sottolinea: "Il messaggio è: non preoccupatevi".
Carlo Cottarelli invece sottolinea parlando con l'AGI che: "Non c'è stata una grande reazione dei tassi, lo spread è andato su in Italia dove però succedevano tante cose nel frattempo, quindi direi che c'è stata una buona reazione. Il fatto che non ci sia stato una forte reazione negativa dei mercati è positivo, c'era rischio che lo strumento potesse essere percepito male in fondo non è andata così male".
Riflettendo sul rialzo dei tassi, l'ex direttore del dipartimento Affari Fiscali dell'Fmi sottolinea: "Mi aspettavo un aumento dello 0,25, ma abbiamo una inflazione in Ue dell'8,6% a giugno, si tratta quindi ancora di livelli di aumento dei tassi molto bassi".
Nel giorno dell'annuncio della Bce, l'Italia ha fatto i conti con l'ennesima crisi di governo. L'ex presidente di Eurotower ed attuale premier italiano Mario Draghi quel giorno ha presentato le sue dimissioni al Capo dello Stato.
Cottarelli analizza: "La presenza di Draghi senza dubbio aiutava, non era uno scudo perfetto, ma senza dubbio aiutava".
Per Fabrizio Pagani, economista, docente alla Luiss e in passato capo segreteria del Mef, le decisioni di politica monetaria prese questa settimana dalla Bce "sono molto importanti".
Per Pagani i mercati "forse hanno reagito in modo un poco inerte. Non è necessariamente un male, non è che vogliamo sempre avere un'eccessiva volatilità".
Anche perché, argomenta, "l'aumento di 50 punti base dei tassi averlo adesso o a settembre cambia poco, i mercati comunque lo attendevano, per questo le reazioni non sono state di sorpresa".
Capitolo scudo anti spread, il Tpi, l'economista sottolinea: "È un grande passo in avanti, perché anzitutto esiste, e abbiamo un buon livello di comprensione di come possa operare. C'è un dettaglio che non è stato sottolineato abbastanza ma è molto importante: è uno strumento permanente, non è come il Qi o il Peep, che avevano una scadenza. Quelli erano dei bazooka potenti ma a scadenza, il Tpi è attivabile a determinate condizioni ma non ha limiti come entità. È un aspetto simbolico ma importante".
Alcuni analisti hanno criticati i criteri per applicare lo scudo anti spread, Pagani invece chiarisce: "Siamo solo all'inizio di un processo. I criteri che sono stati elencati sono forse un poco complessi ma ragionevoli, il fatto che lascino un ampia discrezionalità alla Bce non è necessariamente un male. Quello che sottolineerei è che siamo all'inizio di un processo e questo strumento può anche essere migliorato nel tempo come già avvenuto in passato. Il punto fondamentale è che c'è".
Sostiene le mosse della Bce anche Marco Fortis, economista, docente universitario e vicepresidente della Fondazione Edison, che con l'AGI sottolinea: "Questo è un provvedimento che va valutato su tempi un pò più lunghi, non il giorno dopo. Di fronte ad una tendenza del rialzo del tassi la Bce non poteva non operare così, nello stesso tempo ha espresso uno scudo anti frammentazione che è positivo. È una misura che può essere eventualmente anche ritoccata".
Fortis, in passato più volte consigliere economico di Palazzo Chigi, non risparmia una considerazione politica che guarda all'Italia.
"Lo scudo - sostiene - noi lo avevamo già, si chiama Mario Draghi, questo mi preoccupa molto di più".
C'è un approccio differente sui tassi tra Bce e Fed, in settimana è atteso un nuovo rialzo da parte della banca centrale statunitense.
Fortis chiarisce: "Le situazioni sono profondamente diverse, gli Usa hanno una inflazione da domanda molto forte, nello stesso tempo non hanno un problema di rialzo dei costi di energia come in Europa. Noi abbiamo una tipica inflazione da costi e non da domanda, questo fa si che le politiche delle due banche centrali siano diverse, più aggressiva quella della Fed, più cauta la Bce".
Parere condiviso anche da Luigi Guiso, economista e docente presso l'Einaudi Institute for Economics and Finance.
"Il rialzo dei tassi - spiega – è in linea con le aspettative, poteva essere più piccolo ma è coerente con gli annunci fatti nell'ultima riunione dalla Bce. È una misura aggressiva prudenziale. Quanto allo scudo la mia impressione è che abbiano tarato abbastanza bene quello che volevano fare, hanno ricondotto le misure sulla divaricazione dei differenziali all'interno degli interventi della Bce".
Secondo Guiso l'impostazione data allo scudo anti spread "garantisce alla Bce parecchia flessibilità. Bisogna dire, questa flessibilità e disponibilità della Bce sono vincolati al fatto che i Paesi abbiano delle finanze pubbliche relativamente ordinate, che non siano soggetti ad inflazione eccessiva. Il grado di protezione dall'instabilità che la Bce promette non è dunque incondizionato, chiama in causa la responsabilità dei singoli Paesi".