AGI - Già ancor prima dell'invasione ucraina, nei primi mesi dell'anno, l'Algeria ha superato la Russia diventando il primo fornitore italiano di gas, con un picco previsto di circa 30 miliardi di metri cubi di gas all'anno. In questa fase, con Mosca che ha iniziato a chiudere i rubinetti, il legame tra i due Paesi assume un valore ancora più strategico, al fine di garantire l'approvvigionamento energetico di cui il nostro Paese ha bisogno.
Ma non c'è solo il gas: Italia e Algeria puntano a rafforzare la cooperazione anche in altri settori. E in quest'ottica è già fissato da tempo il quarto Vertice Intergovernativo che si terrà ad Algeri il prossimo 18 e 19 luglio, e al quale parteciperà il premier Mario Draghi proprio alla vigilia del suo intervento alle Camere, dopo le dimissioni annunciate ieri.
Gli accordi già firmati con Algeri riguardano peraltro anche le energie rinnovabili e l'idrogeno verde. Secondo i dati dell'Agenzia Ice, l'Italia esporta principalmente macchinari, prodotti petroliferi raffinati, prodotti chimici e siderurgici. Il gas costituisce la quasi totalità delle nostre importazioni e Roma punta ora a incrementare il flusso di gas proveniente dal paese nordafricano.
Al momento, con l'intesa siglata la scorsa primavera, si prevede l'aumento di 3 miliardi di metri cubi di gas da subito e di altri 6 miliardi dal 2023, per arrivare ad un totale di 9 miliardi fra gas e GNL. Secondo gli ultimi dati, l'Italia importa gas algerino attraverso il gasdotto TMPC (TRANSMED), che attraversa il canale di Sicilia da Capo Bon (Tunisia) fino a Mazara del Vallo, e garantisce flussi, per 21,2 bcm, con una capacità massima riscontrata negli anni passati fino a 27 bcm).
Nel 2021 il valore dell'interscambio Italia-Algeria è stato pari a 7,34 miliardi di euro, di cui 5,58 miliardi (+77,6 per cento) le nostre importazioni e 1,76 miliardi le nostre esportazioni (-9,1 per cento). I rapporti bilaterali tra Italia e Algeria sono storicamente eccellenti e attraversano una fase particolarmente positiva, come testimoniato dalle visite politiche al più alto livello che si sono susseguite negli ultimi mesi (visita di Stato del presidente Sergio Mattarella in Algeria a novembre 2021, visita ad Algeri del presidente del Consiglio Mario Draghi ad aprile scorso e, subito dopo, visita di Stato del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune in Italia).
Le imprese italiane con presenza stabile sono circa 200: quella più importante è Eni, presente nel paese fin dal 1981. L'ultima intesa siglata dall'ad di Eni Claudio Descalzi con il presidente di Sonatrach Toufik Hakkar, riguarda l'accelerazione dello sviluppo di campi a gas in Algeria e la decarbonizzazione attraverso idrogeno verde. E permetterà ai gruppi di valutare il potenziale a gas e le opportunità di sviluppo accelerato di alcuni giacimenti già scoperti da Sonatrach.
La società italiana è molto attiva nell'esplorazione e nella produzione, in particolare nel deserto di Bir Rebaa, nell'area centro orientale del Paese, in diversi blocchi di esplorazione e sviluppo. Eni inoltre è impegnata nel rilancio delle attività di esplorazione e sviluppo nella regione del bacino del Berkine - proprio a marzo scorso e' stata ratificata l'assegnazione di un nuovo PSC - anche attraverso la realizzazione di un hub di sviluppo del gas e del petrolio in sinergia con le installazioni esistenti di MLE-CAFC.
È di pochi giorni fa, la notizia che però l'Algeria attraverso il gruppo statale Sonatrach sarebbe intenzionata ad aumentare i prezzi del gas da fornire all'Europa. Si tratta di un'indiscrezione non confermata secondo cui il paese nordafricano avrebbe intenzione di indicizzare i prezzi non più al Brent, ma al Ttf, in modo tale da massimizzare i profitti.