AGI - Il Reddito di cittadinanza ha agito su larga scala nella popolazione italiana, attirando su di sé critiche e consensi. Se, da un lato, Inps e Istat certificano come il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle sia stato d'aiuto nel contrasto alla povertà, dall'altro Lega e Forza Italia inseriscono una stretta alla misura tramite due emendamenti al Dl Aiuti. Il Reddito si conferma così in un tema caldo al centro del dibattito politico e sociale, anche in vista dell'incontro che domani i sindacati avranno a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi.
Venendo ai numeri, nei primi 36 mesi di applicazione (aprile 2019-aprile 2022) il Reddito di cittadinanza ha raggiunto 2,2 milioni di nuclei familiari per 4,8 milioni di persone, per un'erogazione totale di quasi 23 miliardi di euro. L'importo medio mensile risulta per il mese di marzo 2022 pari a 548 euro per nucleo familiare, molto differenziato tra RdC (577 euro) e PdC (248 euro).
I dati li dà l'Inps nel suo Rapporto annuale sottolineando che "grazie anche alla presenza del RdC che una parte cospicua dei working poors riesce a restare sul mercato e a ottenere un reddito che permette loro di sopravvivere".
A commentare il rapporto anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che rimarca come da un lato "si sia sensibilmente ridotto il numero dei beneficiari" della misura e inoltre, questi "non scappano dal mercato del lavoro". Tale sostegno, secondo il ministro, ha "evitato a un milione di persone di essere risucchiata nel vortice della povertà assoluta. È una platea monitorata con particolare attenzione per individuare aree di possibile ulteriore intervento dell'azione pubblica di sostegno; non solo economico ma di reinserimento sociale".
L'esecutivo poi mira a rafforzare le politiche attive grazie al Programma Gol e al piano nuove competenze. Guardando ancora ai dati, nel 2021, risulta occupato il 20% degli individui (pari a 393mila persone) con il 40% di nuclei familiari coinvolti e il numero dei percettori che lavorano rimane stabile o aumenta nel tempo. Emerge anche che i percettori "stabili" di RdC che lavorano sono impiegati in prevalenza, in circa il 60% dei casi, con contratti a termine e a tempo parziale.
Il Reddito si fonde poi anche con un altro tema caldo: quello del salario minimo. Secondo l'Inps, la distribuzione dei redditi all'interno del lavoro dipendente si è ulteriormente polarizzata, con una quota crescente di lavoratori che percepiscono un reddito da lavoro inferiore alla soglia di fruizione del reddito di cittadinanza.
Per la precisione il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese, considerando anche i part-time. E sul salario minimo, al centro del confronto, ci sarà la norma a cui sta lavorando il ministro Orlando che lo lega al trattamento economico complessivo dei contratti maggiormente rappresentativi per ogni settore.
"Attendo una risposta formale da parte delle forze politiche e sociali" e l'incontro di domani rappresenta un "passaggio importante" alla luce del quale Orlando intende formalizzare la norma sul salario minimo.