AGI - Indipendentemente da come andrà a finire tra Elon Musk e Twitter, la vicenda della (tentata) acquisizione del social network da parte del miliardario di origini sudafricane è già nelle cronache delle operazioni che non sono andate esattamente lisce come l'olio. Ce ne sono alcune che potevano fare la differenza e cambiare gli scenari, ma che per un motivo o per un altro non sono andate in porto.
Una su tutte? Ci sono stati due momenti in cui Apple era in trattative per comprare Tesla: nel 2014 e nel 2016. Si racconta che nell'ultimo caso l'operazione saltò perché Musk aveva posto come condizione di diventare ceo, di Apple. Ma c'è anche il matrimonio mai avvenuto tra Microsoft e Yahoo, tra Microsoft e Adobe, tra Microsoft e Netflix. E perfino tra Yahoo e Facebook (era il 2006). Ecco 10 tra i principali 'matrimoni' saltati (più uno riuscito) tra Big tech.
2006, Yahoo offre un miliardo per Facebook
Nel 2006 Facebook non era quel gigante che è oggi: era una startup in crescita che attirava l'interesse di molti per le potenzialità che mostrava. Tra questi c'era Yahoo che si spinse fino a offrire 1 miliardo di dollari per l'acquisto, cifra che Mark Zuckerberg pareva considerare adeguata. Se oggi Zuckerberg è ancora il ceo di Facebook anzichè essere un dirigente di Yahoo la responsabilità è di Terry Semel, che nel 2006 era amministratore delegato della seconda: all'ultimo momento abbassò l'offerta a 850 milioni di dollari, e Zuckerberg rifiutò.
2008, Microsoft pronta a comprareYahoo!
C'è stato un momento in cui l'acquisizione di Yahoo! (tra le prime società di servizi online) da parte di Microsoft sembrava a un passo. Era il 2008, l'azienda di Redmond era guidata da Steve Ballmer e aveva messo sul piatto 44 miliardi di dollari per la società dell'allora Ceo Jerry Yang. Voleva il motore di ricerca per lanciare la sfida a Google nel campo della pubblicità online. La società di Yang, in difficoltà proprio per la concorrenza di Big G, non accettò l'offerta, considerata sottostimata rispetto al valore della società. Ballmer già si era messo in contatto con gli utenti di Yahoo. La società è stata poi acquisita da Verizon nel 2016 per 4,8 miliardi di dollari.
2009, Google si fa avanti con Twitter
Nel 2009 Google si fece avanti con Twitter offrendo una cifra non resa pubblica ma superiore alla proposta di Facebook (che pure aveva il social nel mirino) di 500 milioni di dollari in azioni. La piattaforma di microblogging resistette però alle lusinghe.
2010, Microsoft si prepara ad acquisire Adobe
Nonostante il fallimento della trattativa con Yahoo!, Microsoft nel 2010 provò ad acquisire Adobe, puntando questa volta sull'ampliamento dei servizi cloud. Steve Ballmer, sempre lui, e Shantanu Narayen si incontrarono a ottobre per discutere della cosa a San José, in California. L'idea era un'acquisizione in chiave anti Apple. Sul tavolo Ballmer mise 15,5 miliardi, ma non se ne fece nulla. Secondo i dati della sua ultima trimestrale, Adobe ha un fatturato di 4,26 miliardi di dollari, in crescita del 9% anno su anno.
- 2011, l'offerta a 8 zeri di Steve Jobs per Dropbox
La Apple di Steve Jobs nel 2011 sembra che avesse nel mirino Dropbox. Jobs aveva intuito che lo spazio di archiviazione remoto sarebbe diventato un affare e voleva assicurarsi un'azienda al tempo piccola ma con la tecnologia necessaria già pronta. Cupertino offrì, secondo le indiscrezioni, 800 milioni di dollari per l'acquisizione di Dropbox. Niente da fare. Drew Huston, ceo di Dropbox, rimandò l'offerta al mittente. Cupertino lanciò iCloud, Dropbox si è quotata in Borsa nel 2018. A febbraio 2021 ha riportato ricavi per quasi 2 miliardi di dollari, in crescita del 15% su base annua, e circa 700 milioni di utenti.
2012, Microsoft ci prova con Netflix
Tra i tentativi (falliti) di acquisizione avanzati da Microsoft una menzione merita quello nei confronti di Netflix. Nel 2012 si diffusero le voci che volevano un accordo tra le due aziende ormai imminente e, in risposta, le azioni di Netflix salirono del 13%: pare che allora Microsoft abbia offerto 90 dollari per azione. Alla fine Netflix decise di non lasciarsi acquisire.
2013, Snapchat dice no a Facebook
A novembre 2013 Snapchat disse no all'offerta di acquisizione da circa 3 miliardi di dollari da parte di Facebook. Il fondatore del servizio di messaggistica istantanea, l'allora ventitreenne Evan Spiegel, mandò a dire a Zuckerberg di non essere interessato all'acquisizione da parte del social network. "Magari il prossimo anno", pare abbia detto. In seguito al no Zuckerberg, che veniva dal successo di Instagram (preso per 1 miliardo di dollari) decise di lanciare Poke, che poi si rivelò un flop.
2014, Facebook compra Whatsapp
L'anno successivo Facebook avrebbe potuto fallire anche l'acquisizione di Whatsapp. In quel caso a metterci lo zampino fu il cane Beast. L'amatissimo pastore ungherese di casa Zuckerberg (nato a gennaio 2011) avrebbe sbloccato a suo modo le trattative con il co-founder di WhatsApp Jan Koum, liberando la strada alla storica acquisizione da 19 miliardi di dollari.
2014, Apple vuole comprare Tesla
Nella sua lunga storia di acquisizioni, Apple ha tentato diverse volte di entrate in contatto con Tesla. Sì, proprio l'azienda di Elon Musk. Nel 2014 sembra che Musk incontrò Adrian Perica, dirigente di Apple, e il ceo Tim Cook. Partnership o qualcosa di più? Musk allora precisò che l'ipotesi di un'acquisizione di Tesla da parte di Apple era "estremamente improbabile". Nel 2016 si racconta poi che Tim Cook abbia telefonato a Elon Musk per proporre l'acquisizione di Tesla da parte della Apple. A una sola condizione, che Musk diventasse ceo di Apple. Cook sembra gli rispose in malo modo.
2013 e 2016, Google prova due volte a comprarsi Snapchat
Anche Google ha tentato invano di comprare Snapchat, due volte. Nel 2013 Google mise sul piatto 4 miliardi di dollari e 30 miliardi nel 2016. A oggi Snapchat non se la passa troppo bene e ha riportato una trimestrale deludente.