AGI - I mercati sono incerti e altalenanti. Ieri a New York i listini hanno rimbalzato, dopo il forte calo della settimana scorsa, anche se gli investitori non sanno se fidarsi o meno, e non hanno tutti i torti, visto che già oggi le Borse in Asia sono deboli, i future a Wall Street e in Europa arretrano e i tassi sui T-bond oscillano. C'è attesa per l'audizione di Jerome Powell al Senato e per quella che il numero uno della Fed terrà domani alla Camera.
Nel frattempo le Borse salgono e scendono nervosamente. "Per qualche mese - osserva Vincenzo Bova, strategist di Mts Capitalservice - i mercati tireranno il fiato, potranno rimbalzare un po' ma senza andare troppo lontano. Le Borse sono in 'bear market' e ci resteranno, il che significa che di qui alla fine dell'anno qualsiasi rimbalzo sarà sfruttato alla lunga per vendere".
In pratica il trend è ribassista, per cui il mercato, va su e giù ma non crescerà mai più di tanto e quando scenderà lo farà su nuovi minimi. Anche l'obbligazionario resterà instabile. "I rendimenti dei bond in Europa e negli Usa - spiega Bova - continueranno ad essere alti ma senza salire a rotta di collo. Un'inversione è difficile prima di settembre, nel frattempo prevedo dei movimenti laterali, cioè un mercato obbligazionario altalenante finchè non arriveranno dei dati che mostreranno un'inflazione in frenata e una crescita più debole. Ma dovremo lasciare che passi l'estate. A quel punto, probabilmente a settembre, sarà possibile un'inversione al ribasso dei tassi, non prima".
Domani c'è attesa per i Pmi europei e americani, che anticiperanno i trend economici di giugno. I prezzi del petrolio calano di quasi il 4%, mentre il presidente Joe Biden spinge per ridurre i costi del carburante. Intanto il ceo di Chevron, Michael Wirth invita Biden a collaborare con le compagnie petrolifere e a non "demonizzarle", criticando sua campagna per produrre più carburante, a prezzi più contenuti. Kiev conferma che sono in corso preparativi per avviare colloqui con la Russia a Istanbul la prossima settimana per sbloccare "entro un mese" i corridoi navali per il grano, con la mediazione di Turchia e Onu. Ci saranno Erdogan e Guterres ma nessun esponente di spicco dei Paesi belligeranti.