AGI - Il mini-rally di mercoledì è durato poco. I mercati riprendono a viaggiare in modo debole, incerto e irregolare, per il timore che gli sforzi delle banche centrali per frenare l’inflazione portino a una recessione globale, dopo le mosse da 'falco' della Fed, la nuova stretta della Boe e quella annunciata a sorpresa dalla banca centrale svizzera.
In Asia i listini sono contrastati, con Tokyo che arretra di oltre un punto e mezzo percentuale dopo che la Boj ha confermato la sua politica monetaria ultra-accomodante, andando controcorrente rispetto al resto del mondo. I future a Wall Street e in Europa provano il rimbalzo, dopo che ieri il Dow Jones ha chiuso sotto i 30.000 punti, per la prima volta dal gennaio 2021, e i listini del Vecchio Continente hanno terminato la sessione in profondo rosso.
La forte tensione sui titoli di Stato tedeschi, cresciuti fino all'1,9%, e il contemporaneo allentamento su quelli italiani, grazie alle aperture della Bce sullo scudo-anti spread, che resta comunque indefinito, hanno portato lo spread tra Btp e Bund a 10 anni a ridursi dopo il picco toccato il giorno precedente a quota 253, come non accadeva da aprile 2020. Il rendimento del Btp è sceso al 3,8% dopo aver superato il 4%.
I mercati s’interrogano sull’annunciato 'scudo' della Bce e i politici europei lanciano invece messaggi più preoccupati. I prezzi del petrolio continuano ondeggiare e in Asia calano, per i timori sulla domanda, dopo aver chiuso in rialzo a New York, con il Brent sul filo dei 119 dollari al barile e il Wti sopra 116 dollari.
Non si arresta la discesa del Bitcoin che arretra vicino a 20.000 dollari. Intanto a Ginevra è stato raggiunto al Wto un accordo su pesca, revoca dei brevetti sui vaccini Covid e sicurezza alimentare. I colloqui sono iniziati domenica scorsa e avrebbero dovuto concludersi mercoledì, ma sono proseguiti per due notti fino a oggi. Per il direttore generale del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala la conferenza dei ministri del Commercio ha raggiunto un "pacchetto di risultati senza precedenti".
La Boj mantiene la sua politica monetaria ultra-accomodante
La Banca del Giappone ha mantenuto la sua politica monetaria ultra-accomodante e i suoi stimoli, segnalando la sua determinazione a concentrarsi sul sostegno dell'economia. La Boj continuerà ad acquistare quantità illimitate di titoli di Stato giapponesi a 10 anni allo 0,25%, mantenendo la sua guidance sulle operazioni di mercato avviate ad aprile.
Come previsto, l’istituto ha mantenuto invariato il suo target sui tassi di interesse a breve termine a -0,1% e l'impegno a guidare il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni intorno allo zero. La decisione è stata presa con una maggioranza di 8 a 1.
Banca Inghilterra rialza tassi dello 0,25% ma è pronta a fare di più
La Banca d'Inghilterra ha alzato ieri i tassi di interesse di un ulteriore quarto di punto percentuale, dicendosi pronta ad agire "con forza" per allontanare i pericoli di un'inflazione che si dirige oltre l'11%. I tassi britannici passano così dall'1% all'1,25%. All'indomani dalla stretta della Federal Reserve da tre quarti di punto, la Boe ha mantenuto un approccio più graduale, avvertendo che l'economia britannica subirà una contrazione nel periodo aprile-giugno.
I nove membri del Comitato per la politica monetaria hanno votato per 6-3 a favore del rialzo, mentre la minoranza chiedeva un aumento di 50 punti base. Il tasso di riferimento britannico è ora ai massimi dal gennaio 2009. È la quinta volta che l'istituto centrale ha aumentato il costo del denaro da dicembre. Tuttavia alcuni critici sostengono che si stia muovendo troppo lentamente per evitare che l'aumento dei prezzi contagi i salari.
Banca Centrale Svizzera rialza tassi per la prima volta da 15 anni
Anche la Banca nazionale svizzera (Bns) ha rialzato i tassi d'interesse, per la prima volta in 15 anni, diventando l'ultima grande banca centrale ad abbandonare la politica monetaria ultra-allentata. La Bns ha annunciato un aumento di 50 punti base del suo tasso di riferimento, che è passato da -0,75% a -0,25%, cogliendo di sorpresa i mercati. Il franco svizzero è salito dopo la decisione ai massimi da due mesi.
Russia taglia rifornimenti gas a Germania, Italia e Austria, +67% flussi verso Cina
Il colosso dell’energia russo Gazprom ha dato ieri il via alla riduzione del volume massimo giornaliero del flusso che arriva tramite il Nord Stream 1, sceso da 167 milioni di metri cubi a 67 in due giorni. Significativamente i flussi di gas dalla Russia verso la Cina sono saliti del 67% nei primi 5 mesi del 2022. Gazprom ha tagliato il 60% delle forniture di gas alla Germania, citando problemi tecnici, ma per Berlino si tratta di una mossa politica, anche perché lo stop ai rifornimenti da parte di Mosca è arrivato, mentre i leader di Germania, Italia e Francia si sono recati in visita a Kiev.
Il governo tedesco ha lanciato un appello ai cittadini della più grande economia europea affinché risparmino energia. Il vice cancelliere tedesco Robert Habeck ha detto che la situazione è "seria" e che "ora è il momento" per le aziende e i cittadini di risparmiare energia e immagazzinare gas. Gazprom ha anche accolto solo il 65% delle richieste dell'Eni.
Tagli anche per l'Austria. Bruxelles e il governo italiano escludono criticità, ma l’ipotesi è che stia prendendo forma un “ricatto energetico” di Mosca contro l’Ue. Intanto il prezzo del gas ad Amsterdam, è salito del 18% a 142 euro al Megawattora.
Nelle ultime tre sedute il prezzo del gas è cresciuto di quasi il 70%.
Draghi Macron e Scholz a Kiev: "Il mondo è con voi"
Nel 113esimo giorno di guerra, Mario Draghi, Emanuel Macron e Olaf Scholz sono arrivati in treno in Ucraina e a Kiev sono stati accolti dal suono delle sirene antiaeree e da ingenti misure di sicurezza. "Il mondo è con voi" ha detto Draghi, mentre dalla Russia l'ex presidente Dimitri Medvedev ha mandato ai tre leader europei i suoi insulti: "Mangia rane, spaghetti e salsicce". Prima tappa in Ucraina per la delegazione Ue è Irpin, uno dei luoghi simbolo delle stragi russe, a nord di Kiev.
Draghi è stato ricevuto dal sindaco Oleh Bondar e dal capo dell'amministrazione regionale militare di Kiev Oleksiy Kuleba. Subito dopo è stato raggiunto da Scholz e Macron e insieme hanno fatto il giro di un isolato di palazzi anneriti dalle bombe e dalle fiamme. "Avete il mondo dalla vostra parte - ha detto il primo ministro italiano alle autorità locali - Tutto questo deve essere visto e conosciuto". Seconda tappa a Kiev dove i tre leader al palazzo presidenziale hanno incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha premuto per l'adesione all'Ue.
Per Draghi "è l'Ucraina a dover scegliere la pace che vuole", anche se ammette che per ora non ci sono margini negoziali. Macron e Scholz gli fanno eco: "Francia e Germania non negozieranno mai con la Russia alle spalle dell'Ucraina", che "fa parte dell'Europa. Kiev "deve essere in grado di resistere e alla fine di vincere", ha osservato Macron a Irpin, dove i russi hanno perpetrato stupri e omicidi di massa sulla popolazione.
La visita, ha ribadito l'inquilino dell'Eliseo, che Zelensky ha spesso criticato per l’eccessiva equidistanza, "è un messaggio di unità europea agli ucraini e di sostegno, per parlare del presente e del futuro allo stesso tempo, perché sappiamo che nelle prossime settimane" la situazione al fronte "diventerà più difficile. Servono armi di difesa più efficaci. Non siamo in guerra contro il popolo russo come collettività - ha spiegato Macron - noi abbiamo continuato a parlare con il leader russo, informando sempre Zelensky. Le modalità della pace non saranno decise che dall'Ucraina e i loro rappresentanti. Francia e Germania non negozieranno mai con la Russia alle spalle dell'Ucraina".