AGI - I mercati sono deboli, incerti, contrastati e molto volatili, in attesa delle decisioni di oggi della Federal Reserve. Gli investitori si aspettano che la Fed aumenti i tassi di tre quarti di punto, più dell'incremento di mezzo punto che la banca centrale aveva preannunciato, e si aspettano anche che nei prossimi mesi l'istituto continuerà ad agire in modo molto aggressivo per ridurre l'inflazione galoppante.
"Anche se la Federal Reserve dovesse aumentare oggi il costo del denaro dello 0,75% e di altri 50 o 75 punti base nei prossimi due mesi ,il mercato è ancora davanti alla Fed abbastanza significativamente" commenta Timothy Lesko, strategist di Mariner Wealth Advisors.
A spaventare i mercati è il rischio che tutte queste, pur necessarie, strette, spingano in recessione l'economia Usa nel prossimo anno e lo facciano in modo ancora più rapido in Europa. Tutti questi fattori, insieme alla guerra e ai prolungati lockdown in Cina, stanno mandando in tilt i mercati azionari e quelli obbligazionari.
In fibrillazione il fronte valutario, con il biglietto verde che svetta ai massimi da 20 anni. "In un contesto di inflazione alle stelle, tassi in aumento e crescenti preoccupazioni di recessione, l'S&P 500 ha avuto il suo peggior inizio dell'anno dal 1962", osservano gli analisti di Goldman Sachs, secondo i quali anche "un eventuale picco di inflazione non sarà probabilmente sufficiente a vedere il fondo di questa fase ribassista, che potrà terminare solo quando la Fed tornerà a una politica più accomodante".
I mercati si aspettavano chiarimenti dalla Bce sullo scudo anti-spread, ma è servito a poco l'intervento di Isabel Schnabel, membro tedesco moderato del Board, la quale si è limitata ad assicurare che l'istituto non tollererà spread a livelli di guardia.
L'Opec ha confermato le sue previsioni secondo cui la domanda globale di petrolio supererà i livelli pre-pandemia quest'anno, nonostante i venti contrari della guerra in Ucraina e dei nuovi lockdown anti-Covid. Intanto negli Usa si cercano rimedi per frenare l'inflazione, che rischia di pesare duramente sul voto dem alle elezioni di midterm.
La Casa Bianca non ha escluso una tassa sugli utili in eccesso per le compagnie petrolifere, mentre il senatore democratico Ron Wyden - alleato del presidente Biden - sta lavorando a un piano per imporre tasse federali del 42% sui profitti in eccesso alle società che registrano un margine di profitto superiore al 10%.