AGI - Dopo il rimbalzo di ieri, la paura dell'inflazione, della guerra e dell'aumento dei tassi torna a innervosire i mercati. In Asia i listini sono contrastati, mentre i future a Wall Street e in Europa arretrano e l'obbligazionario torna ad essere turbolento, in attesa di una settimana 'calda'.
Nei prossimi giorni i principali market mover saranno i dati sull'inflazione Usa a maggio, in agenda per venerdì prossimo, la riunione della Bce di giovedì e, più in generale, le mosse delle banche centrali, che in questa fase decisamente piacciono poco ai mercati perche' puntano a raffreddare i prezzi, rialzando aggressivamente i tassi.
Oltre alla Bce e, sullo sfondo, alla Fed, che ha già avviato le sue prime strette e ne prevede altre due a giugno e luglio di mezzo punto l'una, oggi la banca centrale australiana ha rialzato i tassi di mezzo punto percentuale, domani tocca a quella indiana e poi a quella polacca, pronte a rialzare anch'esse il costo del denaro.
Intanto nel Regno Unito Boris Johnson resta premier e supera lo scoglio del voto di fiducia, ma resta un''anatra zoppà, con il 40% dei parlamentari del suo partito che gli vota contro, una maggioranza ridotta all'osso e lo scandalo del Partygate che mina la sua credibilità di leader. A rendere poco stabile l'umore dei mercati c'e' anche una crisi alimentare, che la la Fao e Wfp definiscono "imminente", poiché, nonostante i tentativi di far ripartire i porti del Mar Nero, bloccati dalla guerra in Ucraina, la fame e il caro cibo "minacciano la stabilità" di oltre 50 Paesi poveri nel mondo.