AGI - Il 'piano' del Salone del Mobile 2022 per sopperire all’assenza di Russia e Cina, l’una confinata dalla guerra e l’altra dalla pandemia, c’è e punta al coinvolgimento di Emirati Arabi, Arabia Saudita e India.
A spiegarlo all’AGI, è Maria Porro, la presidente della kermesse internazionale, punto di riferimento per il settore dell’arredo e del design, che quest’anno festeggia la 60esima edizione, con le biennali di bagno e cucina, rimandata a oltranza (l'anniversario cadeva nel 2021). Dopo un’edizione saltata e una ridimensionata con il Supersalone, per le restrizioni anti covid, la manifestazione quest'anno si riappropria del format tradizionale, in presenza, e aspetta i buyer da tutto il mondo, dal 7 al 12 giugno, nei 200 mila metri quadri di Fiera Milano a Rho.
“Abbiamo l’intero quartiere fieristico impegnato e un’ottima qualità di aziende coinvolte, di cui circa il 25% sono espositori esteri. Questo – sottolinea - è un segnale estremamente interessante e positivo in un momento del genere”.
E poiché si sa che i visitatori cinesi non ci saranno, o “comunque saranno molto pochi, e il pubblico russo mancherà, non siamo stati a guardare. Abbiamo agito, cercando di individuare dei mercati interessanti”. Come? Sia con una "campagna di comunicazione e delle dirette streaming" sull'app di messaggistica WeChat per il pubblico cinese, sia con “gli Incoming”, invitando buyer selezionati da diversi paesi. E puntando oltre che sui mercati già consolidati come Stati Uniti e Canada, “anche su Emirati Arabi, Arabia Saudita e India. E stiamo avendo delle ottime risposte, c’è moltissimo interesse”.
Detto questo non c’è dubbio che si sentirà la mancanza dei buyer cinesi che "nel 2019 rappresentavano il 17%" delle presenze, e che un segmento dell’arredo, quello extra lusso soffrirà per l’assenza dei russi, che pesano per l’1,7% sul totale delle presenze.
Senza i russi le più penalizzate “sono quelle aziende, del padiglione classico ed extra luxury: se per tutto il macro settore dell’arredamento il mercato russo è al nono posto – precisa Porro - per queste aziende è al primo posto. Per loro ci sarà una perdita importante e a maggior ragione per questo che siamo concentrati sugli Incoming anche verso quei paesi che hanno una fascia di gusto che potrebbe compensare la mancanza dei buyer russi”.
La presidente Maria Porro guarda al bicchiere mezzo pieno. E assicura che anche dalle aziende “arrivano dei messaggi di fiducia rispetto alla qualità dei visitatori che si prevede arriveranno”. "Da parte loro c’è il desiderio di raccontare i prodotti che negli ultimi due anni non sono stati neanche toccati dal pubblico internazionale".
Insomma l’aria che si respira è quella frizzante di un desiderio di ritorno alla ’normalità’. “C’è una grande voglia di Salone da parte di tutti, abbiamo fatto un lavoro notevole, ci siamo impegnati per creare un’esperienza di visita interessante". Poi quel che sarà si vedrà presto, mancano 3 settimane. "Non ci aspettiamo i 380.000 e passa visitatori del boom del 2019 ma contiamo su una grande qualità del pubblico che verrà a visitarci. E poi - conclude fiduciosa - ci auguriamo di essere smentiti. Comunque sarà bello aprire quelle porte”.