AGI - Crolla ai minimi da due anni l'attività manifatturiera in Cina, che ad aprile ha raggiunto il livello più basso da febbraio 2020. I dati ufficiali ampliano la frenata iniziata a marzo con la diffusione della nuova ondata di Covid nel Paese. L'indice dei responsabili degli acquisti (Pmi), indicatore chiave dell'attività manifatturiera, è scivolato a 47,4 punti ad aprile, al di sotto di quota 50 punti -che separa la crescita dalla contrazione - mentre Pechino prosegue nella strategia 'zero-Covid' che prevede l'eliminazione dei cluster man mano che emergono attraverso lockdown mirati e test di massa.
Ma le restrizioni hanno lasciato dozzine di città completamente o parzialmente bloccate negli ultimi mesi, in particolare la potenza economica orientale di Shanghai. I 25 milioni di residenti della megalopoli sono stati in gran parte confinati nelle loro case nell'ultimo mese, sebbene le autorità stiano mostrando segni di un graduale allentamento di alcune regole. Le pesanti restrizioni hanno interrotto le catene di approvvigionamento, mentre le merci si sono accumulate nel porto più grande al mondo per volume di container. "Il calo della produzione e della domanda si è ampliato", ha affermato sabato lo statistico senior del National Bureau of Statistics (NBS) Zhao Qinghe.
Il dato ufficiale è confermato dal Pmi elaborato da Caixin Media e Markit, sceso questo mese a 46 punti dai 48,1 di marzo (e i 50,4 punti di febbraio).