AGI - S&P ha confermato il rating "BBB/A-2" delll'Italia. L'outlook rimane positivo.
La decisione, spiega una nota, "riflette le ampie riforme pro-crescita che le autorità italiane stanno attuando nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Queste mirano a migliorare l'ambiente imprenditoriale italiano e l'efficacia del sistema giudiziario, ridurre la burocrazia, aumentare la partecipazione al lavoro e finanziare gli investimenti nelle energie rinnovabili.
Nel lungo termine, le riforme - e il loro finanziamento nell'ambito del Pnrr - dovrebbero mitigare i rischi per l'economia italiana derivanti dal conflitto tra Russia e Ucraina (secondo l'aspettativa di base di S&P che la situazione non si aggravi fino a includere i membri della Nato)".
In conseguenza della guerra in Ucraina S&P ha tagliato le stime di crescita per quest'anno al 3,1% dal 4,4%. Il rallentamento avrà conseguenze sui conti pubblici che l'agenzia di rating ritiene comunque gestibili. In particolare, il rapporto tra deficit e Pil è atteso attestarsi al 6,3%, contro l'obiettivo del 5,6% fissato dal governo.
"Ciò", spiega il comunicato, "è principalmente dovuto alla nostra aspettative che le misure fiscali introdotte per mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia per cittadini e imprese saranno estese alla seconda metà dell'anno con un costo di circa 28 miliardi di euro (1,5% del Pil) sull'intero anno".
Inoltre, "il cuscinetto fiscale di circa lo 0,5% messo da parte nel 2022 potrebbe portare a un deficit di bilancio inferiore".
Per il 2023, poi, S&P si attende un ulteriore miglioramento di 1,3 punti percentuali, con il deficit/Pil al 5%. Il rapporto tra debito e Pil, aiutato anche dall'inflazione, dovrebbe invece attestarsi al 138,2% alla fine del 2022 contro il 141,5% di fine 2021, per poi livellarsi attorno al 140% del Pil per la fine del 2025.
Secondo l'agenzia di rating, le riforme messe in programma dal governo "sbloccheranno gli afflussi dei fondi Next Generation Eu (Ngeu) per un valore superiore al 2% del Pil all'anno tra il 2022 e il 2026, compensando i rischi per la crescita derivanti dal conflitto Russia-Ucraina".
Il Pil è previsto così salire del 2,1% l'anno prossimo, dell'1,5% nel 2024 e dello 0,9% nel 2025.
L'inflazione, che quest'anno dovrebbe veleggiare al 5,6%, è attesa rallentare all'1,8% nel 2023 e all'1,5% nel 2024 per poi risalire all'1,7% nel 2025.
Tagliate le stime del Pil Italiano, +3,1% nel 2022
In conseguenza della guerra in Ucraina S&P ha tagliato le stime di crescita dell'economia italiana per quest'anno al 3,1% dal 4,4%.
È quanto si legge nella nota con cui l'agenzia di rating ha annunciato di aver confermato la classificazione BBB con outlook positivo per il debito italiano.
Nel 2023 l'incremento del Pil dovrebbe invece attestarsi al 2,1%, per poi rallentare all'1,5% nel 2024 e allo 0,9& nel 2025.