AGI - Cercare alternative al gas russo per ridurre “il prima possibile” la dipendenza energetica dell’Italia da Mosca. Mario Draghi vola domani ad Algeri nel quadro dell’ ‘offensiva diplomatica’ avviata dal governo già nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del conflitto in Ucraina, con l’obiettivo di rafforzare gli accordi con il paese nord africano, incrementare l’approvvigionamento di gas per sostituire almeno in parte quello di provenienza russa ed evitare quindi di “finanziare la guerra di Putin”.
Una strategia che proseguirà nei prossimi mesi e che, secondo quanto si è appreso, porterà a breve il presidente del Consiglio a visitare Angola e Congo già entro la seconda metà di aprile.
Il programma di Draghi, che arriverà nella capitale algerina domani intorno alle 13,30, prevede una cerimonia formale di deposizione di una corona di fiori al Monumento del Martire, una serie di incontri con la comunità imprenditoriale italiana in Algeria, vari incontri istituzionali bilaterali e multilaterali, ma soprattutto il faccia a faccia con il presidente della Repubblica algerina, Abdelmajid Tebboune con il quale il premier dovrebbe sottoscrivere una serie di accordi di natura politica con lo scopo di incrementare la cooperazione energetica tra i due paesi e investimenti nelle energie rinnovabili. I due presidenti, si apprende, presenzieranno alla firma di una serie di accordi tra Eni e Sonatrach per consentire un maggior afflusso di gas algerino all’Italia attraverso il gasdotto TransMed che via Tunisia porta il metano a Mazara del Vallo, in Sicilia.
Il tentativo di Draghi di convincere i partner europei a fissare un tetto al prezzo del gas russo per contrapporre una posizione unitaria dell’Europa alle politiche di guerra del Cremlino resta sul tavolo, ma le resistenze ci sono e le distanze tra i 27 sulla risposta della Ue a Putin sul fronte dell’energia rimangono. La ricerca di una posizione comune europea proseguirà, ha detto lo stesso Draghi, ma l’Italia è pronta ad andare avanti anche in autonomia ed “è al lavoro per ridurre in tempi rapidi la dipendenza dal gas russo”. La visita ad Algeri, così come la prossima missione in Africa, rientra in questo obiettivo. Draghi in queste settimane aveva anche sentito l’emiro del Qatar Al Thani sempre nell’ottica di rafforzare l’approvvigionamento di gas per l’Italia in alternativa a quello di Mosca.
La missione del premier arriva a circa un mese di distanza da quella del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e del numero uno di Eni, Claudio De Scalzi che erano stati ad Algeri a poche ore dall’attacco russo all’Ucraina. "Avremo una partnership energetica più forte" con l'Algeria "che ci permetterà di compensare gli effetti della guerra. C'è una grande disponibilità da parte dell'Algeria a sostenerci sia nel breve che nel medio e nel lungo termine", aveva detto lo stesso Di Maio. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva visitato l’Algeria a novembre dell’anno scorso, la prima visita di un capo dello Stato italiano dopo 18 anni (l’ultimo presidente ad andare ad Algeri era stato Carlo Azeglio Ciampi) e nei prossimi mesi è prevista un vertice intergovernativo Italia-Algeria.
L’Italia importa circa 29 miliardi metri cubi all’anno di gas da Mosca, il 40% circa dei 75 miliardi che il nostro paese consuma ogni anno. Pur diversificando le fonti e accelerando sulle rinnovabili il cammino per una reale autonomia energetica da Mosca è molto lunga e richiederà probabilmente anni. Ma l’obiettivo è quello, ripete il Draghi. E la visita in Algeria è uno dei passaggi chiave della strategia italiana.