AGI - Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza deve rimanere in piedi ma richiede revisioni, a partire dai tempi e dalle risorse per gli investimenti, soprattutto a livello energetico, alla luce dell'impatto della guerra tra Russia e Ucraina, perchè il livello attuale dei prezzi delle materie prime rende difficile l'attuazione dei progetti. Ne è convinto Giampaolo Galli, docente dell'Osservatorio sui Conti pubblici italiani dell'Università Cattolica di Milano. "Io ritengo che il Pnrr come tale e come manifestazione di solidarietà europea è un fatto importante e spero che rimanga in piedi, pero' richiede delle revisioni", sottolinea Galli in un colloquio con l'AGI. L'ex capo economista e dg di Confindustria, condivide il monito lanciato dal presidente degli industriali, Carlo Bonomi, e la necessità di modificare il Piano, soprattutto per la parte energetica, per non rischiare di vedere andare in fumo tutti gli effetti positivi preventivati.
"Il Piano richiede innanzitutto delle revisioni prezzi - osserva l'economista - perché le imprese non riescono a fare gli investimenti programmati, in parte perchè mancano le materie prime ma, in parte, anche perchè i costi sono aumentati in qualche caso di venti volte, quindi non si puo' non tener conto delle opportune clausole di revisione prezzi".
La priorità, spiega ancora Galli, "è rimettere in moto gli investimenti per sostituire il gas russo e questo significa ricerca di idrocarburi. Dobbiamo accelerare sulle energie rinnovabili, gli alti prezzi del gas e del petrolio ci inducono a farlo, ma anche nel breve periodo bisogna trovare alternative con gas, carbone e petrolio perchè altrimenti non riusciamo a liberarci dal vincolo del gas russo. Anche questa spero sia una deviazione che possa essere concordata con i partner europei".
"C'è un controllo molto stretto da parte della Commissione europea - prosegue il docente - le riforme per ora sono state sostanzialmente leggi delega, adesso bisogna fare i decreti delegati, quindi bisogna attuarle e questa è la parte piu' difficile. La questione riguarda i tempi e i costi degli investimenti".
La Commissione europea, ricorda Galli, "ha detto che per molti Paesi ci sono margini per attirare una maggior quantità di risorse sui Piani di resilienza nazionali ma noi siamo già al tetto, abbiamo già tirato tutto, siamo al 6,8% del Pil per quello che riguarda i prestiti, quindi non possiamo andare oltre. Però se vogliamo realizzare gli investimenti che sono previsti dobbiamo per forza rivedere i prezzi. Alcune cose anche pregevoli che erano previste, ad esempio le piste ciclabili, sono una gran bella cosa, ma forse in questo momento meglio spendere i soldi per trovare il gas, altrimenti dovremmo andare tutti in bicicletta poi".
Galli giudica infine "un'ottima notizia" l'apprezzamento espresso da Bruxelles per i progressi compiuti dall'Italia nell'attuazione delle misure e auspica di poter "rimanere su questo livello di approvazione anche tra 3-6 mesi quando il quadro macroeconomico sarà cambiato".