AGI - I mercati s'indeboliscono dopo che le speranze di una rapida pace in Ucraina svaniscono mentre aumenta la preoccupazione che gli imminenti rialzi dei tassi negli Usa possano azzoppare la crescita. Tuttavia, pur dimostrandosi instabili, incerti e volatili, i mercati stanno anche rivelando una sorprendente capacità di resilienza e si avviano a chiudere il mese di marzo in rialzo.
Brusca frenata del prezzo del petrolio dopo che l'amministrazione Biden annuncia l'intenzione di rilasciare un milione di barili di petrolio al giorno per diversi mesi dalle riserve nazionali per combattere l'inflazione e il rincaro dei prezzi del greggio. In Asia i listini cedono, mentre i future a Wall Street e in Europa registrano un lieve segno più. Tokyo perde circa mezzo punto percentuale, Shanghai altrettanto e Hong Kong intorno all'1%, mentre proseguono i lockdown in Cina.
A Wall Street i future avanzano timidamente, dopo che ieri lo S&P 500 ha chiuso in ribasso di meno di un punto percentuale, pur avendo guadagnato oltre il 10% nelle ultime due settimane, nonostante la guerra in Ucraina e l'attesa delle mosse da 'falco' della Fed. Lo S&P 500 si è portato al 5% dal suo livello record e gli investitori sperano che non perda terreno ad aprile, che storicamente è un mese positivo per Wall Street, visto che negli ultimi 16 anni l'indice è salito 15 volte, a un ritmo vicino all'1,3%.
Anche i future sull'EuroStoxx avanzano leggermente, dopo che le Borse europee hanno chiuso in ordine sparso, deluse dai negoziati di Istanbul.
Intanto il prezzo del petrolio resta in altalena, ha chiuso in rialzo a New York e poi in serata è piombato giù di oltre il 6%, dopo l'annuncio sull'utilizzo delle riserve Usa. Ora in Asia il Wti perde quasi il 6% sotto 102 dollari e il Brent arretra quasi del 5% sotto quota 108 dollari.
Sul fronte valutario il rublo recupera il suo valore prebellico, nonostante le sanzioni occidentali. La valuta è scambiata a 75,5 per dollaro, rispetto ai quasi 140 per un dollaro dell'inizio di marzo, quando è crollata con l'arrivo delle sanzioni. L'euro sale a 1,1175 sul biglietto verde, il top da un mese, dopo aver guadagnato 1,7% questa settimana, sulla scia delle speranze di pace.
Ieri il Cremlino ha ridimensionato le attese su un accordo di tregua fra Ucraina e Russia, dopo che i colloqui di Istanbul di martedì avevano aperto spiragli di pace. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che la Russia non ha notato "nulla di promettente", mentre, a sorpresa, il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov ha definito i colloqui russo-ucraini un significativo progresso", aggiungendo che "Kiev capisce che Crimea e Donbass sono questioni chiuse".
Su quest'ultimo punto, però, le autorità ucraine sono divise, a dimostrazione che la strada verso una tregua resta in salita. Intanto Mosca si è detta pronta a dichiarare un cessate il fuoco temporaneo a Mariupol e ad aprire, a partire dalle 10 di stamane, un corridoio umanitario verso Zaporizhzhya. Oggi c'è attesa per la riunione dell'Opec+, che include anche l'Arabia Saudita e la Russia.
Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altri Paesi hanno esortato l'Opec+ ad aumentare rapidamente la produzione, ma non si prevedono colpi di scena.
L'Opec+ dovrebbe lasciare invariati gli aumenti di produzione pattuiti di 432.000 barili al giorno, nonostante le interruzioni ai flussi di greggio legate alla guerra in Ucraina. Inoltre oggi escono i dati sull'inflazione di Italia e Francia a marzo, dopo che ieri in Germania i prezzi al consumo sono schizzati questo mese a +7,3%, in aumento rispetto al precedente +5,1% e sopra l'atteso +6,3%.
Domani usciranno i dati sull'inflazione dell'Eurozona, prevista in forte rialzo a marzo: dal 5,9% al 6,7%. Sempre domani dovrebbero riprendere i negoziati tra Russia e Ucraina e si svolgerà l'incontro virtuale di Charles Michel e Ursula von der Leyen, presidenti del Consiglio e della Commissione europea, con il presidente cinese Xi Jinping e il premier Li Kequiang.
Lo stesso giorno usciranno i dati di marzo sul mercato del lavoro Usa e la sera, a mercati statunitensi chiusi, Moody's rilascerà le sue valutazioni sul rating e sull'outlook dell'Italia.
Gli Usa pensano a un forte prelievo di greggio dalle riserve
L'amministrazione Biden sta valutando un prelievo di petrolio dalle riserve di emergenza statunitensi fino a 180 milioni di barili nel corso di diversi mesi. La mossa punta a controllare la corsa dei prezzi del petrolio, che all'inizio di questo mese è volato a 139 dollari, al top dal 2008.
La Strategic Petroleum Reserve statunitense contiene attualmente 568,3 milioni di barili, la quantità più bassa dal maggio 2002, secondo il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti. I prezzi del greggio sono saliti da quando Mosca ha invaso Kiev alla fine di febbraio e gli Stati Uniti e gli alleati hanno risposto con pesanti sanzioni alla Russia, il secondo più grande esportatore di greggio al mondo.
La curva dei rendimenti inizia ad invertirsi
Gli investitori tengono d'occhio i mercati obbligazionari Usa, pronti a cogliere un segnale di inversione della curva dei rendimenti dei Treasury. A fargli drizzare le antenne è l'andamento della curva dei rendimenti più seguita, lo spread tra i tassi a 10 e a 2 anni, che è vicina allo zero e quindi non lontana dall'inversione. E questo non va bene. I due tassi sono attualmente al 2,34% quello del decennale e al 2,30% quello del biennale, praticamente appaiati. Per ora, lo spread tra questi due tassi resta positivo, anche se ormai la spia rossa è accesa e lampeggia, anche perché è passato in negativo il rendimento tra il 5 anni e il 30 anni.
Storicamente, lo spread tra il 2 e il 10 anni è considerato come un potenziale segnale di recessione. I precedenti rallentamenti economici sono stati spesso preceduti da un'inversione di questa curva. Tuttavia, il suo valore predittivo non è chiaro, anche perché il periodo di tempo che in genere trascorre dall'inversione della curva alla recessione spesso varia notevolmente. E poi i mercati prendono atto che la Fed intende accelerare sui rialzi dei tassi quest'anno per abbassare l'inflazione, ma poi potrebbe arrestarsi, perché queste strette contribuiranno ad accelerare una brusca frenata della crescita economica. E questo, a sua volta, in un futuro non lontano, spingerà la Fed a diradare le strette e, probabilmente, ad abbassare i tassi.
Mosca prende tempo sul gas in rubli, Berlino valuta razionamenti
Per arrivare al pagamento del gas importato in rubli dalla Russia servirà tempo, e si tratta di una misura che non partirà già questa settimana. Lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Questo a dispetto di quanto previsto da un decreto del presidente Putin che indicava nel 31 marzo la deadline per il cambio nelle modalità di pagamento.
Il Cremlino dunque prende tempo sul gas in rubli ma non esclude di ampliare la lista dei prodotti di export da pagare con la sua divisa. Intanto la Germania inizia a prepararsi a degli eventuali razionamenti, nel caso di un possibile calo delle forniture di gas dalla Russia. Lo ha annunciato il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, il quale ha presentato l'"allerta preventiva", che prevede, tra l'altro, l'immediata attivazione di una squadra di crisi presso il ministero per monitorare la situazione.
Il ministro spiega che, se gli approvvigionamenti scarseggeranno, Berlino è pronta a valutare misure di razionamento e taglierà i rifornimenti ad alcune industrie, per privilegiare le famiglie. Vladimir Putin nel corso di una telefonata con Mario Draghi ha illustrato al premier italiano il sistema del pagamento in rubli. Secondo quanto fa trapelare Palazzo Chigi: "I due leader hanno concordato sull'opportunità di mantenersi in contatto".
Intanto il portavoce del cancelliere Scholz rivela che Putin ha assicurato che i pagamenti proseguiranno in euro e andranno alla Gazprom Bank, che non è stata sanzionata. In ogni modo, anche senza alcuna interruzione nelle forniture di gas russo, il tasso di inflazione in Germania potrebbe raggiungere il 6,1% quest'anno, hanno detto gli economisti che consigliano il governo tedesco. Se le importazioni di energia dalla Russia fossero tagliate, l'inflazione aumenterebbero tra il 7,5% e il 9%, ha detto il consiglio.
Bruxelles ha fissato all'80% entro l'inizio di novembre il target dei siti di stoccaggio del gas, allo scopo di garantire le forniture durante l'inverno. Si tratta di un livello costoso e che la Germania non è riuscita a raggiungere lo scorso anno. Attualmente gli impianti di stoccaggio di gas della Germania sono pieni circa al 26,5%.
Si consolida l'asse Russia-Cina
Russia e Cina "parlano con una sola voce negli affari globali". Lo afferma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che ieri ha incontrato il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, I due sono in piena sintonia. Per Wang "la cooperazione sino-russa non ha limiti". "La Cina e la Russia cercano di raggiungere un ordine mondiale multipolare, giusto e democratico" ha deto Lavrov a Tunxi, nella provincia di Anhui nella Cina orientale, dove partecipa al terzo meeting dei ministri degli Esteri dei Paesi "vicini dell'Afghanistan" e alla serie di incontri ospitati dalla Cina per discutere i modi per aiutare il Paese asiatico guidato ora dai talebani.
Russia e Cina a Tunxi hanno parlato anche di Ucraina e hanno condannato le sanzioni unilaterali decise da Usa, Ue e alleati contro Mosca, definendole "illegali e controproducenti". Wang ha usato parole al miele per definire le relazioni tra Cina e Russia, la quali, ha detto, "hanno resistito alla prova dei costanti cambiamenti internazionali" e possono avanzare a "un livello ancora più alto".
Lagarde, inflazione più alta e crescita più lenta
La presidente dell'Eurotower Christine Lagarde è intervenuta ieri a Cipro. "Ci troveremo di fronte - ha detto - nel breve termine, a un'inflazione più alta e a una crescita più lenta". Per Lagarde la guerra in Ucraina sta provocando uno "shock dell'offerta" all'economia dell'Eurozona che farà salire i prezzi, ridurrà la crescita e prosciugherà la fiducia dei consumatori e delle imprese.
"Chiaramente, più a lungo durerà la guerra, più alti saranno i costi economici e maggiore sarà la probabilità di finire in scenari più avversi", ha detto. "Se le prospettive di inflazione a medio termine cambiano e se le condizioni di finanziamento diventano incoerenti con ulteriori progressi verso il nostro obiettivo del 2%, siamo pronti a rivedere il nostro programma per gli acquisti netti di attivita' in termini di dimensioni e o durata" ha aggiunto Lagarde rimarcando come la Bce sia in grado di attenuare le conseguenze della guerra in Ucraina con una risposta adeguata. Se invece "i dati in arrivo supportano l'aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno anche dopo la fine dei nostri acquisti netti di attivita', concluderemo gli acquisti netti nell'ambito dell'App, il programma di acquisto di attività, nel terzo trimestre".