AGI - Microsoft, accusata da un ex dipendente di aver pagato tangenti in Africa e in Medio Oriente, ha dichiarato di aver già indagato sul caso e di aver adottato le misure necessarie, compresi i licenziamenti.
Microsoft è stata tirata in ballo da un ex dirigente che in un'intervista al Wall Street Journal e in un dettagliato report pubblicato venerdì sul sito 'Lioness' ha raccontato la sua esperienza in Microsoft tra il 1998 e il 2018.
Il dipendente, che è stato licenziato, ha rivelato che dipendenti Microsoft erano coinvolti in schemi di corruzione in diversi paesi della regione.
Interpellata sulla vicenda, Microsoft ha dichiarato di aver "già indagato su queste accuse che risalgono a diversi anni fa" e "crede di averle risolte".
"Abbiamo collaborato con le agenzie governative per risolvere qualsiasi problema", ha affermato Becky Lenaburg, vicepresidente e assistente legale generale di Microsoft. "Abbiamo adottato misure" e "rinnoviamo il nostro impegno a fare affari in modo responsabile".
E ha aggiunto: "Incoraggiamo sempre chiunque a segnalare tutto ciò che vede che potrebbe violare la legge, le nostre politiche o i nostri standard etici".
Secondo il Wall Street Journal, l'informatore dipendente ha presentato i suoi sospetti all'organismo di controllo del mercato azionario statunitense, la Sec, all'inizio del 2019.
E nei documenti depositati all'Autorità avrebbe affermato che Microsoft era "coinvolta da diversi anni in pratiche di corruzione endemiche".
Secondo il sito 'The Verge', il dipendente stima che queste pratiche si sarebbero tradotte in piu' di 200 milioni di dollari spesi ogni anno in Paesi come Ghana, Nigeria, Qatar e Arabia Saudita.