AGI - L'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime mette a rischio i cantieri, con alcune opere che si sono già fermate. È l'allarme lanciato dal presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, intervistato dall'AGI. "Qualche cantiere si è già fermato e qualche gara è già andata deserta.
La situazione si allargherà a macchia d'olio se non si interviene", sottolinea Guerra. Ma i cantieri sono la punta dell'iceberg di un problema che riguarda l'intera tenuta dei conti dei comuni. Gli aumenti, sottolinea il presidente Anci Lombardia, "producono un'incidenza diretta sui costi di alcuni servizi: illuminazione pubblica, edifici pubblici come scuole e uffici, impianti sportivi, costi del parco mezzi".
Si tratta di "incrementi significativi. A livello nazionale come Anci stimiamo che per l'energia elettrica i comuni spendeva 1,5-1,8 miliardi e un incremento anche solo del 30% (anche se molte segnalazioni vanno oltre 50%) porta a un aggravio dai 500 ai 600 milioni. Questo solo per l'energia elettrica. Poi c'è gas".
Con questo quadro, aggiunge Guerra, "il primo tema per i sindaci è come chiudere i bilanci. Se non arrivano ristori adeguati sarà dura. Si potrebbero aumentare i tributi locali, anche se non mi sembra il caso in questo momento; si possono mettere in campo misure risparmio, come abbassare le temperature degli edifici, spegnere di più l'illuminazione, avere un uso più razionale. Ma al netto di questo, senza misure adeguate, sarà essere necessario ridurre le risorse ad altri servizi che erogano i comuni. Il governo ha stanziato 250 milioni, ma noi ne abbiamo chiesti 550".
La forchetta è ancora molto ampia, quindi lo spettro di tagli sui servizi è concreto: "Dove si potrebbe andare a tagliare nel caso? Penso - dice Guerra - alla spesa sociale, ma non mi sembra il caso. Tra l'altro in questo momento abbiamo un incremento di richieste dovuto all'assistenza e all'ospitalità dei profughi ucraini. Ci sono previsioni di spesa alte, ospitare un minore in comunità costa 100 euro al giorno e lo Stato al momento può arrivarne a rimborsare la metà". Il settore maggiormente indiziato a subire tagli, dunque, "è quello della manutenzione ordinaria", con asfaltatura delle strade, cura del verde e tanto altro che rischia di saltare.
Quadro complicato anche sul fronte investimenti. "Con il Pnrr ci eravamo detti che stavamo entrando in una fase straordinaria per la disponibilità di risorse. Ma adesso con gli incrementi dei costi delle materie prime, il rischio è che si fermino i cantieri che ora sono aperti. Ci sono segnali allarmanti che vengono dalle associazioni di categoria. Con questi aumenti i prezzi a cui sono stati aggiudicati i lavori non sono più sostenibili. Qualche cantiere si è già fermato e qualche gara è andata deserta. La situazione si allargherà a macchia d'olio se non si interviene".