AGI - L'escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina affossa Wall Street. Il Dow Jones lascia sul terreno l'1,38% a 33.132,29 punti, scivolando ai minimi da inizio anno, e il Nasdaq arretra del 2,57% a 13.037,49 punti mentre l'S&P cede l'1,76% a 4.228,93 punti.
Il Dow è arrivato a un soffio dalla fase di correzione. Già ieri la chiusura in netto calo aveva portato lo S&P 500 in correzione, ovvero in calo di oltre il 10% dal picco raggiunto a inizio gennaio. E il Nasdaq ha ceduto più del 16% finora quest'anno.
Dopo un avvio in rialzo i listini Usa hanno invertito la rotta spaventati dagli sviluppi della crisi ucraina, a partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale in Ucraina. Secondo il Dipartimento di Stato americano un'invasione russa del Paese rimane potenzialmente imminente. Ad alimentare le preoccupazioni degli investitori anche le indiscrezioni di stampa in merito a diversi attacchi hacker ai danni di alcuni organi statali ucraini e l'ipotesi che gli Stati Uniti stinao valutando, in coordinamento con gli alleati, un rilascio delle riserve petrolifere strategiche per far fronte all'impennata dei prezzi dell'energia.
L'amministrazione Biden ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia che colpiscono anche la società incaricata di costruire il gasdotto Nord Stream 2. L'obiettivo è di limitare la capacità di Mosca di ottenere finanziamenti dall'Occidente. E la Casa Bianca ha fatto sapere che è pronta a varare altre sanzioni, più dure, "in caso di escalation".
I big tecnologici hanno ceduto i guadagni di inizio giornata. Tesla è arrivata a cedere il 7% pesando sul Nasdaq. Apple ha perso oltre il 2% e Amazon il 3,5%.
In controtendenza i titoli energetici sono saliti con i prezzi del petrolio in ripresa. I contratti Wti hanno terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,21% a 92,10 dollari al barile.