AGI - "Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, si paga piu' la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto". E' quanto afferma la Coldiretti, sottolineando che "il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti all'acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi".
Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro, oltre la metà del valore (53%) è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% quello della bottiglia, l'8% il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all'etichetta e il 2% la spesa per la pubblicità.
"Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono, neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull'anello piu' debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi".