AGI - Nel primo trimestre di quest'anno "si stima che le imprese saranno chiamate a pagare, rispetto al 2019 (anno pre-pandemia), ben 14,7 miliardi di euro in più di energia elettrica e gas. Togliendo a questo importo 1,7 miliardi di misure di mitigazione introdotte dal Governo nelle settimane scorse, le aziende dovranno farsi carico di un extra costo pari a 13 miliardi: una vera e propria stangata". Lo sottolinea la Cgia di Mestre che definisce il prossimo intervento annunciato dal governo "ancora insufficiente".
Secondo l'associazione degli artigiani, "con aumenti che in alcuni casi sfiorano anche il 400 per cento, i settori energivori sono più a rischio degli altri". In particolare, per quanto riguarda il consumo del gas, la Cgia segnala "le difficoltà che stanno colpendo le imprese del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l'alimentazione, la chimica etc.
Per quanto concerne l'energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l'alimentare, il commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, etc.), alberghi, bar-ristoranti, altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, etc.). Le difficoltà, fa sapere l'Ufficio studi della Cgia, "colpiscono molte imprese e conseguentemente anche tanti distretti produttivi che sono il motore dell'economia e dell'export del Paese".
I più in difficoltà, secondo l'associazione, sono: Cartario di Lucca-Capannori; Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova; Metalli di Brescia-Lumezzane; Metalmeccanico basso mantovano; Metalmeccanico di Lecco; Piastrelle di Sassuolo; Termomeccanica Padova; Vetro di Murano.
Anche Tir, pescherecci e agricoltori, sottolinea ancora la Cgia, "sono allo stremo. A preoccupare il mondo del lavoro non sono solo i rincari di luce e gas, ma anche quello dei carburanti. Molti settori, pertanto, rischiano di doversi fermare: l'autotrasporto, la pesca e l'agricoltura hanno già manifestato grande disappunto per la mancanza di interventi da parte del Governo". Per la Cgia, quindi, l'intervento "di ampia portata per calmierare i prezzi delle bollette a famiglie, imprese ed Amministrazioni pubbliche" annunciato dal premier Mario Draghi, è ancora "del tutto insufficiente a mitigare i rincari che, in particolar modo le imprese, subiranno in questi primi 3 mesi dell'anno".
"Abbiamo inteso tutti - conclude l'associazione - che nel medio periodo dovremo ridurre la dipendenza dall'estero, aumentare la produzione di gas italiano e proseguire sulla strada degli investimenti nelle fonti rinnovabili. Le imprese, tuttavia, necessitano di misure in grado di calmierare immediatamente il caro bollette: i 5-7 miliardi ipotizzati in questi giorni non sono sufficienti; pertanto non abbiamo alternative. O salviamo le aziende, recuperando le risorse attraverso un nuovo scostamento di bilancio, altrimenti molte saranno destinate a chiudere o, nella migliore delle ipotesi, a ridurre drasticamente gli organici".