AGI - Il mese di febbraio è iniziato positivamente per i mercati globali, e in particolare quelli europei: nella giornata di giovedì si riunirà il direttivo della Bce e l'atttenzione degli investitori sarà rivolta all'ipotesi di rialzi dei tassi e alle prospettive dei prossimi mesi in tema di politica monetaria. Secondo gli analisti, però, non ci si aspettano sorprese da Francoforte nonostante la svolta 'falco' della Fed, che potrebbe rialzare i tassi cinque volte quest'anno, e l'interventismo della Boe che, a breve, annuncerà con ogni probabilità un nuovo incremento dei tassi, il secondo in due mesi.
Per Annalisa Piazza, Fixed-Income Research Analyst, MFS Investment Management, la Bce non è disposta a "inasprire le condizioni di finanziamento" e intende aspettare ulteriori evidenze in merito all'inflazione prima di iniziare a rimuovere le condizioni favorevoli in corso in modo cosi brusco come il mercato sta prezzando. Proprio per questo, i mercati non sembrano preoccupati per il dato di oggi sull'inflazione dell'Eurozona, che dopo esser saltata al 5% a dicembre, a gennaio vola al 5,1%.
Secondo Piazza, i mercati ritengono comunque che la Lagarde eviterà un cambiamento troppo aggressivo nella comunicazione. "Ci aspettiamo - spiega - che la Bce si attenga alla narrazione che l'attuale picco dell'inflazione sia di natura temporanea" mentre "qualche preoccupazione potrebbe emergere a marzo se le proiezioni aggiornate per l'inflazione dovessero mostrare una revisione al rialzo nel medio termine".
A giudizio di Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di Pimco, "la Bce punterà a rendere la riunione di politica monetaria di febbraio un evento di basso profilo" e quindi "non ci aspettiamo alcuna decisione significativa da questa riunione".
Veit ricorda che "alla riunione di dicembre, la BCE ha annunciato formalmente la fine degli acquisti netti nell'ambito del programma di acquisto per l'emergenza pandemica (PEPP) a marzo 2022. Hanno anche comunicato programma di acquisto di asset per l'intero anno 2022, che comprende una graduale riduzione degli acquisti netti per ritornare ai livelli pre-pandemia con acquisti mensili a tempo indeterminato da 20 miliardi di euro nell'ambito del regolare programma di acquisto di asset (APP) a partire dal quarto trimestre 2022".
A marzo, invece, se le proiezioni sull'inflazione presenteranno revisioni al rialzo per il 2023 e il 2024, "la Bce probabilmente contemplerà un percorso di uscita in qualche modo accelerato, uno scenario che il mercato sta già prezzando". In conclusione, "crediamo che la Bce agira' probabilmente con il pilota automatico per la maggior parte del 2022, dato che l'asticella per un ulteriore allentamento monetario oltre al mix di politiche pre-pandemiche è alta".
Infine, un rapporto di Ebury è focalizzato più sui mercati valutari: "La reazione dell'euro al meeting della Bce "dipendera' in gran parte da quella di Lagarde in merito alla normalizzazione delle politiche e dagli eventuali segnali di dissenso".
Considerando le basse aspettative di mercato per la politica monetaria di inasprimento da parte della Bce e la recente debolezza dell'euro, "qualsiasi segnale da falco potrebbe fornire una spinta per la valuta. D'altro canto, attenersi allo scenario del mese scorso con la conseguente mancanza di segnali da falco potrebbe essere vista come una conferma delle aspettative molto limitate del mercato dell'azione politica della Bce e potrebbe spingere la moneta comune ulteriormente a ribasso".