AGI - Wall Street chiude l'ultima seduta della settimana in forte rialzo, con Apple che guida la rinascita del settore tech dopo la brillante trimestrale di ieri, con ricavi record e profitti superiori alle attese.
Il Dow Jones guadagna l'1,66% (565 punti dopo averne persi oltre 300 in avvio) a 34.725,47, lo S&P 500 sale del 2,43% a 4.431,80 punti e il Nasdaq balza del 3,13% a 13.770,6 punti.
Andando a tirare le somme della settimana, il Dow Jones ha guadagnato l'1,3% e l'S&P500 lo 0,8%, mentre il Nasdaq ha chiuso in parità. I mercati "hanno recuperato parte del terreno perso durante questa settimana volatile", hanno sintetizzato gli analisti di Schwab in una nota.
Apple è cresciuta di quasi il 7% (per l'esattezza +6,98% a 170,33 dollari). In una sola sessione, l'azienda della mMla ha guadagnato oltre 180 miliardi di dollari di capitalizzazione sulla scia dei risultati trimestrali che hanno superato le stime degli analisti a seguito del boom delle vendite di iPhone, nonostante il freno dovuto ai problemi della catena di approvvigionamento.
Nulla sembra poter fermare il gruppo di Cupertino, nemmeno le difficoltà di approvvigionamento, che Apple vede in diminuzione rispetto al trimestre in corso. Questo ottimismo ha contagiato in generale il sentiment sui titoli tecnologici.
E così hanno chiuso in rialzo anche gli altri pesi massimi della Borsa di New York: da Facebook (+2,40%) ad Alphabet (+3,37%), da Amazon (+3,11%) a Microsoft (+2,81%).
Oltre ai guadagni rialzisti, la tecnologia è stata sostenuta anche da un calo dei rendimenti obbligazionari statunitensi a seguito dei dati economici che mostrano che l'inflazione continua a prendere forza in un momento in cui i consumatori diminuiscono le spese.
La spesa dei consumatori è scesa dello 0,6% a dicembre, il calo mensile più ampio da febbraio. Il rallentamento della spesa, tuttavia, è stato in gran parte attribuito all'impatto della variante Omicron.
"La spesa è stata duramente colpita da una combinazione di fattori, tra il colpo dato da Omicron ai servizi e alla disponibilità delle persone a recarsi nei centri commerciali, e il vuoto lasciato dallo shopping natalizio, iniziato molto prima del consueto per i timori di carenza dei prodotti più popolari", secondo Pantheon Macroeconomics. L'indice principale dei prezzi di spesa per consumi personali, l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, è aumentato del 4,9%, il ritmo più veloce dal 1983.
Sotto i riflettori anche lo specialista delle carte di credito Visa (+10,60% a 228,00 dollari), che ha pubblicato risultati migliori delle previsioni degli analisti e espresso commenti ottimistici sulla traiettoria dell'economia in uscita dalla pandemia. "Dopo che il sentiment si è allontanato dalle società di pagamento consolidate, la valutazione/crescita relativa di Visa rappresenta una significativa opportunità d'acquisto per gli investitori focalizzati sulla crescita sostenibile", ha spiegato Oppenheimer in una nota.
Mentre i risultati trimestrali hanno mostrato un rallentamento dell'attività e il titolo aveva aperto in forte ribasso, la piattaforma di brokeraggio Robinhood ha chiuso con un netto guadagno del 9,65%, attestandosi a 12,73 dollari.
Stessa storia per il costruttore di veicoli elettrici Rivian (+5,90% a 57,12 dollari).
Dopo aver toccato, in sessione, il livello più basso dalla sua Ipo lo scorso novembre, il gruppo è rimbalzato per finire in netto rialzo. Ne hanno approfittato anche il laboratorio farmaceutico Novavax (+13,71%), lo specialista in acquisti di credito online Affirm (+17,06%) e la piattaforma di consegna pasti DoorDash (+7,89%).
Sullo sfondo restano comunque le preoccupazione per la direzione che sta prendendo la Fed. "Riteniamo che ci sarà un moderato rallentamento dell'economia (Usa) e degli utili aziendali nei prossimi due trimestri, ma se la Fed è troppo aggressiva, la situazione peggiorerà", ha affermato Eric Freedman, chief investment officer di US Bank Wealth Management.
Inoltre, lo stallo della crisi ucraina e il continuo aumento dei prezzi dell'energia si aggiungono alle minacce per la ripresa economica.
"La battaglia campale tra i 'tori' (in riferimento al toro che va dal basso verso l'alto quando incorna), che suonano il rialzo, e gli 'orsi' (in riferimento all'orso che attacca dall'alto verso il basso), che giocano al declino, è finito in pareggio questa settimana", ha osservato Art Hogan di National Securities.
Per l'analista, l'elevata volatilità osservata questa settimana, così come gli ampi volumi di scambio, suggeriscono che siamo "più vicini al minimo che al massimo".
Nella seconda parte della seduta, oggi, l'indice Vix, che misura la volatilità del mercato, ha registrato un forte calo.