AGI - Apertura in profondo rosso per le Borse europee nella giornata del 6 gennaio 2022, sulla scia dei ribassi in Asia e di Wall Street. Male soprattutto i titoli tecnologici. Dopo il beige book rilasciato ieri sera, gli investitori temono che la Fed possa rispondere in modo più aggressivo di quanto precedentemente previsto all'aumento dell'inflazione. I verbali della riunione di dicembre indicano infatti che la banca centrale guidata da Powell possa alzare i tassi di interesse prima delle attese.
L'allontanamento dal massiccio sostegno della banca centrale in tutto il mondo, in particolare da parte della Fed, scuote così i mercati, che avevano segnato una serie di record o massimi pluriennali sulla liquidità a buon mercato.
In realtà, il Federal Open Market Committee ha già iniziato a ridurre il vasto stimolo di acquisto di obbligazioni messo in atto all'inizio della pandemia, dato che l'aumento dei prezzi rimane ostinatamente alto, con il programma che terminerà a marzo. Ma ora prevede un ritmo più veloce in tema di politica monetaria: il costo del denaro potrebbe quindi essere rivisto presto al rialzo.
Crolla la Borsa di Tokyo
L'indice Nikkei segna il -2,88% a fine seduta di giovedì 6 gennaio. Ad influire sull'andamento delle piazze asiatiche, le preoccupazioni per una possibile stretta monetaria più aggressiva da parte della banca centrale statunitense per accelerare il rialzo dei tassi di interesse.
Sulla scia di Tokyo, dove l'indice Nikkei ha chiuso con il -2,88%, anche le Borse asiatiche proseguono la seduta in pesante rosso sulla scia dei timori di un imminente rialzo dei tassi da parte della banca centrale americana. Shanghai lo 0,24%, Hong Kong lo 0,33%, Taiwan lo 0,71%. Giù anche l'indice Shenzen dello 0,59%. Male il coreano Kospi, -1,13%.
Wall Street
Per quanto riguarda Wall Street, anche in qeusto caso dovrebbe iniziare una seduta negativa, sulla scia del crollo di ieri, in particolare del Nasdaq, sul quale hanno influito le indicazioni provenienti dai verbali dell'ultima riunione della Fed.
Secondo gli esperti della centrale americana, l'inflazione si sta dimostrando più elevata e duratura del previsto e questo potrebbe rendere necessario alzare i tassi d'interesse prima di quanto stimato in precedenza. Inoltre per il Fomc è necessario ridurre gli stimoli monetari, non più così necessari. I future sul Dow Jones cedono lo 0,18%., quelli sullo S&P 500 lo 0,46%, sul Nasdaq perdono lo 0,71%.
Il petrolio
I prezzi del petrolio perdono quasi l'1% dai livelli più alti da oltre un mese raggiunti dopo che le scorte di carburante degli Stati Uniti sono calate molto meno del previsto. Il Brent è sceso dello 0,92% a oltre 80 dollari al barile, ma dopo essere sceso sotto tale soglia. I futures statunitensi sul greggio West Texas Intermediate (WTI) hanno perso lo 0,98%, ma erano arrivati a cedere oltre l'1%, a 77,13 dollari al barile.