AGI - Alla vigilia del cda straordinario di Tim, l'ad Luigi Gubitosi scrive ai consiglieri di essere pronto a fare un passo indietro se questo significasse "una più serena e rapida" valutazione dell'offerta di Kkr. E bolla come "totalmente fuori luogo e false" le accuse di una sua presunta vicinanza al fondo Usa.
"Non posso tacere lo stupore generato da alcune posizioni assunte; mi permetto, quindi, di riassumere il mio pensiero", è la premessa della lunga missiva che contiene le sue riflessioni sul dibattito nel corso della riunione del cda dello scorso 21 novembre. E mette subito in chiaro che "il destinatario di una eventuale offerta non è la Società ma i soci che decideranno nella loro autonomia come comportarsi".
"Al fine di favorire il processo decisionale da parte del Consiglio - scrive Gubitosi - metto a disposizione del CdA le deleghe che mi avete conferito, per vostra opportuna valutazione. Se questo passaggio consentirà una più serena e rapida valutazione della non binding offer di Kkr, sarò contento che sia avvenuto. Il nostro dovere - prosegue - è quello di tutelare gli interessi di tutti i nostri stakeholders, in particolare il mercato, di non privilegiare posizioni individuali e di agire nel rispetto rigoroso delle regole con rapidità per tutelare la stabilità della nostra Società".
E in un altro passo evidenzia: "Il Consiglio di Amministrazione deve rigorosamente attenersi alle regole, atteso che non ha un ruolo attivo ma deve assicurare la trasparenza e corretta informazione al mercato. In particolare, ai sensi della normativa vigente, qualora l’Offerta venisse formalizzata, il Consiglio di amministrazione dovrà con totale trasparenza consentire agli azionisti di valutare la convenienza dell’Offerta e la congruità del prezzo offerto".
Continua nella riflessione Gubitosi: "In tale processo istruttorio, gli amministratori indipendenti – con i loro consulenti – hanno un ruolo fondamentale in quanto il Consiglio, a tempo debito, dovrà sulla base del lavoro degli amministratori indipendenti, emettere un comunicato che conterrà una valutazione degli effetti che l’eventuale successo dell’Offerta potrà avere sugli interessi della Società, sull’occupazione e sulla localizzazione dei siti produttivi". E insiste: "In altre parole, il Consiglio deve agire nell’interesse di tutti i Soci e a tutela del mercato, e cioè anche degli azionisti di minoranza, e di tutti gli stakeholders (creditori, dipendenti, ecc..)". Per questa ragione, sottolinea, "atteggiamenti dilatori da parte del Consiglio, che possono essere interpretati come volti a difesa degli interessi di taluni azionisti, sono da evitare e sarebbero tali da ingenerare significative responsabilità sugli organi della società".
Il 26 novembre il cda avrà davanti a sé un ventaglio di opzioni che vanno dall’approvare la proposta, al rifiutarla, a chiedere ulteriori approfondimenti, all’ammettere Kkr a una due diligence sui conti. Stante la fase iniziale della proposta, lanciata come manifestazione di interesse, e i dissensi all’interno del board, sembra comunque improbabile che si decida di passare subito a una fase successiva. La situazione di incertezza attuale, che potrebbe tradursi in una risposta interlocutoria, è d’altronde ben fotografata dall’andamento del titolo in Borsa, salito in questi giorni sulle montagne russe.
Dopo una comprensibile accelerazione alla notizia dell’offerta, con un +32%, qualche presa di beneficio (-4,7%) e una nuova sgasata (+15%), oggi le azioni Tim hanno oscillato nei due sensi, prima allineandosi al prezzo di Kkr, 0,505 euro, come se i compratori stessero scommettendo su un possibile ritocco all’insù, poi perdendo improvvisamente quota, con un calo intorno al 4%. Tutta da vedere anche la partita che la politica giocherà nella vicenda. Per ora restano agli atti le parole del premier, Mario Draghi, secondo cui il governo valuterà tre elementi, la protezione dell'occupazione, la protezione della tecnologia, e quella dell’infrastruttura di rete. Oggi il ministro dell’Innovazione tecnologica ha affermato che il governo segue gli sviluppi della vicenda Tim "e ovviamente siamo molto interessati a preservare la sicurezza del Paese e il buono sviluppo dell'infrastruttura sul Paese. Secondo alcuni inoltre si potrebbe ipotizzare una discesa in campo anche di Poste Italiane, al fianco di Cdp, che controlla il 9,8% di Tim. Tra le indiscrezioni circolate quella secondo cui Kkr avrebbe intenzione di scorporare in futuro la rete per offrirla a Cdp nei prossimi anni, in un percorso che avrebbe come sbocco la rete unica.
Cautela è raccomandata dagli analisti di Equita che ritengono improbabile un ribaltone ai vertici della compagnia, data la delicatezza del momento. L’insoddisfazione di Vivendi nei confronti di Gubitosi ha origine nei due profit warning lanciati da luglio sui conti, dopo che l’accordo con Dazn per la trasmissione delle partite del campionato di calcio non sembra aver dato i frutti sperati in termini di risultati. Vivendi dispone però nel board di soli 5 membri, e per sfiduciare l'a.d. avrebbe bisogno di coinvolgere più consiglieri per raggiungere la maggioranza.