AGI - È sotto pressione il prezzo del WTI, il barile Usa di riferimento, sulle indiscrezioni secondo cui Washington ha proposto ad altri Paesi consumatori di petrolio come Cina e Giappone di considerare un rilascio coordinato di riserve strategiche di petrolio, come soluzione per abbassare i prezzi.
L'offerta da parte dell'amministrazione statunitense di scioccare i mercati arriva nel momento in cui le pressioni inflazionistiche, in parte guidate dall'aumento dei prezzi dell'energia, iniziano a essere pesanti mentre il mondo si riprende dalla peggiore crisi sanitaria da un secolo a questa parte.
I prezzi del petrolio riducono le perdite a metà mattinata, ma restano in calo dopo che l'Opec e l'Agenzia internazionale per l'energia hanno avvertito di un imminente eccesso di offerta, mentre l'aumento dei casi di Covid in Europa ha aumentato i rischi al ribasso per l'eventualità di chiusure che potrebbero frenare la ripresa.
Nel frattempo, la Cina ha dichiarato che si sta muovendo per rilasciare le sue scorte di petrolio a seguito di un rapporto di Reuters secondo cui gli Stati Uniti chiedevano ai principali Paesi consumatori come Cina e Giappone di prendere in considerazione un rilascio coordinato delle riserve per abbassare i prezzi.
Il Wti perde lo 0,43% a 77,93 dollari al barile, il Brent cala dello 0,24% a 80,09 dollari al barile.
Nel mese di ottobre i prezzi avevano raggiunto i massimi da sette anni: questo perché la domanda è cresciuta rapidamente mentre l'Opec + ha deciso di aumentare la produzione, ma lentamente. Per l'amministrazione Biden, ciò non è sufficiente a tenere sotto controllo i prezzi.
La posizione cinese
L'amministrazione cinese ha fatto sapere che inizierà a rilasciare le riserve di petrolio greggio: una mossa, questa, che punta a far abbassare i prezzi. Proprio poche ore prima, secondo indiscrezioni, gli Stati Uniti avevano suggerito un'azione "coordinata" in tal senso ai Paesi maggiori consumatori di petrolio, tra cui proprio la Cina. Pechino ha però rifiutato di commentare la richiesta degli Stati Uniti.
Biden chiede controlli su impennata prezzi
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto alla Federal Trade Commission (Ftc) di approfondire la possibilità di una condotta anticoncorrenziale o "illegale" da parte delle compagnie oli&gas statunitensi. Già ad agosto, il presidente Usa aveva chiesto alla Ftc di indagare su possibili condotte illegali che causano l'impennata dei prezzi del gas. Secondo Biden sono necessarie ulteriori azioni poiché i prezzi hanno continuato a salire.
"Non accetto che gli americani che lavorano duramente paghino di più per il gas a causa condotta anticoncorrenziale o altrimenti potenzialmente illegale", ha affermato Biden in una lettera alla presidente della Ftc, Lina Khan. "Chiedo quindi che la Commissione esamini ulteriormente ciò che sta accadendo nei mercati del petrolio e del gas e che utilizzi tutti gli strumenti per scoprire qualsiasi illecito", ha detto il presidente.