AGI - La corsa dell'inflazione nelle economie più ricche ha provocato nei giorni scorsi una scossa nei mercati obbligazionari, poiché gli investitori hanno iniziato ad aspettarsi che le banche centrali compiano una stretta della loro politica monetaria prima del previsto.
Tutte le attenzioni nei prossimi giorni saranno puntate sulla Federal Reserve, che probabilmente inizierà a ridurre il suo programma di acquisto di asset per 120 miliardi di dollari al mese, con l'obiettivo di terminare tali acquisti entro il prossimo giugno.
I mercati mostrano che gli investitori scommettono sempre di più sul fatto che la Fed alzerà i tassi di interesse degli Stati Uniti la prossima estate, in anticipo rispetto al previsto e quest'ipotesi è suffragata dalle previsioni del segretario al Tesoro Usa Yanet Yellen che proprio stamane l'ha definita possibile.
Ma anche i segnali che provengono da altre banche centrali indicano che ci si sta muovendo a livello globale verso una politica più restrittiva.
Dovrebbe essere la Banca d'Inghilterra, che si riunirà giovedì prossimo,la prima grande banca centrale ad alzare i tassi d'interesse: le aspettative si sono intensificate nelle ultime settimane dopo che il 17 ottobre scorso il governatore Andrew Bailey ha avvertito che la banca centrale "dovrà agire" se i prezzi in aumento per i beni e l'energia spingono in alto le aspettative dei britannici sull'inflazione futura.
I prezzi nel Regno Unito sono saliti del 3,1% a settembre, ma ci si aspetta che salga a circa il 5% nei prossimi mesi, più del doppio dell'obiettivo del 2% della banca centrale.
La Banca del Canada ha sorpreso i mercati la scorsa settimana quando ha messo fine al suo programma di acquisto di titoli di stato e ha spostato il quadro temporale per quando potrebbe aumentare il suo tasso di interesse di riferimento dal suo attuale livello vicino allo zero.
Nel frattempo, la Reserve Bank of Australia, che si riunirà domani, ha stupito gli investitori quando ha rifiutato la scorsa settimana di difendere l'obiettivo di tasso di interesse dello 0,1% che aveva fissato sui rendimenti delle obbligazioni che maturano nell'aprile 2024. La mossa della RBA ha alimentato le aspettative che eliminerà il programma, noto come "controllo della curva dei rendimenti", alla riunione di questa settimana.
Infine, il presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde la scorsa settimana ha respinto le aspettative del mercato che la Bce aumenterà i tassi di interesse il prossimo anno, ma gli investitori hanno giudicato il suo messaggio troppo debole e hanno aggiunto alle loro scommesse il fatto che l'Eurotower aumenterà presto i tassi.
Mercoledì prossimo il presidente della Fed Jerome Powell terrà una conferenza stampa dopo il direttivo che, salvo sorprese, dovrebbe annunciare il tapering ossia il ritiro degli acquisti degli asset. Gli investitori esamineranno nel dettaglio le sue parole in cerca di indizi su come sta reagendo ai recenti cambiamenti nelle aspettative del mercato sull'inflazione e sui tassi di interesse a breve termine.
Powell probabilmente cercherà una via di mezzo che assicuri agli investitori che sta monitorando da vicino i rischi di inflazione, senza apparire così preoccupato da aumentare le aspettative di una rapida svolta verso una stretta monetaria, come è avvenuto nel Regno Unito e in Canada.
"Le sfide che devono affrontare le banche centrali sono semplicemente folli", ha detto Jim Vogel, uno stratega dei tassi d'interesse alla FHN Financial, e riportato dal Wall Street Journal.
"Devo supporre che Powell e il team stiano lavorando su un intenso equilibrio di messaggistica per mantenere la credibilità, per mantenere la flessibilità, ma poi dare risposte oneste".
Negli Stati Uniti, i cosiddetti prezzi core, che escludono le categorie volatili di cibo ed energia, sono aumentati del 3,6% a settembre rispetto a un anno prima, utilizzando l'indicatore preferito dalla Fed. Da maggio, queste variazioni dei prezzi su 12 mesi si sono mantenute vicino ai massimi di 30 anni.
Secondo Powell, l'inflazione probabilmente scenderà da sola man mano che si risolveranno i nodi della catena dell'offerta. Ma le loro recenti osservazioni risultano un po' meno convincenti rispetto all'inizio di quest'anno: gli ultimi dati, come quelli del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti che ha riferito come l'indice del costo del lavoro, una misura della retribuzione dei lavoratori che include sia i salari che i benefici, sia aumentato dell'1,3% nel terzo trimestre rispetto al secondo, al ritmo più veloce almeno dal 2001.
Gli investitori sono in guardia per vedere se dopo la riunione di mercoledì prossimo, la Fed cambierà il modo in cui affronta le pressioni inflazionistiche che finora ha giudicato legate "a fattori transitori".
I mercati obbligazionari statunitensi intanto hanno aumentato le aspettative di aumenti dei tassi di interesse da parte della Fed il prossimo anno. La probabilità di almeno due aumenti di un quarto di punto entro la fine del 2022 è salita a quasi l'80% negli ultimi giorni.
Anche se i rendimenti delle obbligazioni a breve scadenza sono aumentati, quelli a lunga scadenza sono diminuiti. Questo è l'opposto di quello che si è verificato nel 2013 durante il cosiddetto taper tantrum, in cui gli investitori hanno venduto obbligazioni statunitensi a più lunga scadenza, mandando i rendimenti in alto, alla prima indicazione che la Fed si stava preparando a ridurre i suoi acquisti di asset.
Alcuni analisti temono che i recenti movimenti del mercato obbligazionario suggeriscano l'aumento dei rischi di un errore politico da parte della Fed e di altre banche centrali, sia rimuovendo gli stimoli troppo lentamente sia passando a una politica più rigida troppo rapidamente.
Il tasso d'inflazione degli Stati Uniti ha raggiunto recentemente un massimo di 13 anni, innescando un dibattito sul fatto che il paese stia entrando in un periodo inflazionistico simile agli anni '70. Ma altri analisti credono che nel prossimo futuro si intensificherà il clima di incertezza.