AGI - Frena la crescita del settore manifatturiero in Eurozona, anche se resta sopra la soglia dei 50 punti che indicano comunque un'espansione dell'attività. Pesa la crisi dei chip. In Italia, anche se ostacolato dai ritardi sulle forniture, il manifatturiero cresce rapidamente e resta solido.
Per la zona euro l’indice finale Ihs Markit Pmi è sceso, lievemente, a 58,6 punti, dalla precedente stima flash di 58,7, ma il dato è notevolmente inferiore rispetto ai 61,4 punti di agosto, registrando il livello più basso da febbraio.
I dati Pmi manifatturieri a livello nazionale hanno rivelato come a settembre siano state le nazioni relativamente più piccole ad aver osservato i miglioramenti maggiori, con l’Austria in cima alla classifica.
L’economia austriaca è stata inoltre l’unica ad osservare una crescita manifatturiera mensile più veloce, mentre nelle altre nazioni si sono registrati rallentamenti. Allo stesso tempo, la Germania ha osservato il maggiore rallentamento rispetto ad agosto, con il relativo indice Pmi principale crollato di oltre quattro punti.
Il crollo del Pmi manifatturiero, spiega Ihs Markit, è stato causato dai due principali componenti dell’indice, i nuovi ordini e la produzione, che hanno segnalato considerevoli moderazioni della crescita rispetto ad agosto. In entrambi i casi, l’espansione è stata ancora elevata anche se la più debole in otto mesi.
Allo stesso tempo, dopo i forti tassi di incremento osservati nei mesi precedenti, i nuovi ordini esteri, incluso il traffico intra eurozona, sono aumentati al tasso più lento da gennaio.
L’interruzione sulla fornitura è stata uno degli ostacoli principali ai programmi di produzione di settembre, mentre la più debole condizione della domanda è stata un’altra causa.
Continuano ad allungarsi notevolmente a settembre i tempi medi di consegna dei fornitori, con l’entità del deterioramento che inoltre è stata maggiore di quella di agosto.
La carenza di componenti elettronici e materie prime è stata particolarmente diffusa, e le aziende hanno accusato la scarsa disponibilità di container e i problemi logistici in alcune parti dell’Asia.
In Italia l’indice destagionalizzato Pmi Ihs Markit a settembre ha registrato 59,7, segnalando il quindicesimo mese consecutivo di miglioramento delle condizioni operative del settore manifatturiero.
L’indice principale è diminuito da 60,9 di agosto, "mostrando il tasso di espansione più lento da febbraio, rimanendo però in generale abbastanza rapido".
Lewis Cooper, Economist di Ihs Markit, ha sottolineato che "gli ultimi dati hanno evidenziato l’ennesimo miglioramento delle condizioni manifatturiere italiane. Con un tasso di espansione mensile in leggera diminuzione".
Tuttavia "le interruzioni sulla fornitura hanno tuttavia continuato a trattenere il settore. A causa delle diffuse carenze di materiale e problemi di natura logistica, si sono intensificati i ritardi delle consegne. Di conseguenza, le aziende sono rimaste in attesa dei beni per poter completare i loro ordini, il che, assieme alla forte domanda, ha provocato un nuovo e forte aumento delle pressioni sulla capacità".