AGI - Riservato, determinato, decisionista. I collaboratori descrivono così Mike Manley, il manager che, dopo essere succeduto a Sergio Marchionne alla guida di Fca, lascia Stellantis per diventare ceo di AutoNation, il più grande rivenditore automobilistico americano.
Nato a Edenbridge, nel Regno Unito, il 6 marzo del 1964, Manley si è laureato in ingegneria alla Southbank University di Londra e ha poi conseguito un master di business administration all'Ashridge Management College.
Il primo incarico manageriale di rilievo risale al 2000, quando viene scelto da DaimlerChrysler per sviluppare la rete in Gran Bretagna. Nel 2008 diventa executive vice president per le vendite internazionali e le operazioni di pianificazione del prodotto a livello globale.
Ma la vera svolta della sua carriera arriva nel 2009, quando assume l'incarico di presidente e ad del marchio Jeep. In meno di un decennio le vendite passano da poco più di 300 mila veicoli l'anno a 1,4 milioni.
Il successo non passa inosservato al Lingotto e nel 2011 Manley viene chiamato a far parte del Group Executive Council, il Gec, l'organismo decisionale di Fca che risponde soltanto al consiglio d'amministrazione. Dal 2015 assume anche la responsabilità del brand Ram. Nel 2019, alla morte di Marchionne, ne raccoglie l'eredità.
È lui il prescelto come ad di Fca. Una decisione che porta anche alle dimissioni di Alfredo Altavilla, l'altro candidato in pectore, all'epoca responsabile Europa del gruppo torinese. È da questa poltrona che Manley realizza quello che da anni era diventato il vero pallino di Marchionne: il matrimonio tra Fca e un altro grande brand automobilistico mondiale.
Dopo le nozze con Psa, il top manager inglese cede il passo a Carlos Tavares sulla tolda di comando di Stellantis. Per lui viene ritagliata la posizione di responsabile per le Americhe. A otto mesi dalla fusione, arriva ora l'annuncio del suo addio, che sarà effettivo dal primo novembre 2021.