AGI - Il tapering della Fed, il ritiro del programma di acquisti da 120 miliardi di dollari al mese messo in campo per sostenere l'economia durante la crisi pandemica potrebbe essere avviato "presto", forse già a novembre. Gli indicatori economici, si legge nella nota diffusa al termine della riunione del Fomc, "hanno continuato a rafforzarsi" e se i miglioramenti proseguiranno, "come largamente atteso, il Comitato giudica che una moderazione del ritmo degli acquisti di attività potrebbe presto essere garantita".
Dai 'dot plot', le previsioni trimestrali dei componenti del Fomc, emerge inoltre che un primo rialzo dei tassi sui Fed Funds, lasciati ancora una volta fermi tra lo 0 e lo 0,25%, è ora atteso nel 2022 e non più nel 2023, anno entro il quale i ritocchi potrebbero essere addirittura tre.
Questo nonostante molti vedano un rallentamento della crescita. Le nuove previsioni dell'istituto centrale statunitense stimano che l'attività economica salirà del 5,9% quest'anno, contro il +7% atteso a giugno. Le cose andranno però un po' meglio nel 2022, quando l'incremento dovrebbe essere del 3,8% invece che del 3,3%.
L'inflazione continua a correre, sebbene per "fattori temporanei". La stima per il 2021 passa al 4,2% dal 3,4%. Già l'anno prossimo però l'aumento del costo della vita dovrebbe rallentare al 2,2%, stesso livello previsto per il 2023. Il presidente della Fed, Jerome Powell ha comunque voluto rassicurare il mercato.
Tapering o no, ha detto, "faremo qualsiasi cosa per sostenere l'economia fin quando una piena ripresa non sarà raggiunta". Il ritiro degli acquisti sarà graduale, ha spiegato il numero uno dell'istituto centrale statunitense, e potrebbe concludersi entro la meta' del 2022", ma il processo "potrà essere velocizzato o rallentato nel modo più appropriato".
E in ogni caso il suo avvio non significherà automaticamente che anche i tassi saliranno. Nonostante l'avviso sul tapering, la Fed non ha cambiato il proprio linguaggio accomodante. "L'andamento dell'economia", ha rilevato il Fomc, "continua a dipendere dal corso del virus. I progressi nelle vaccinazioni continueranno probabilmente a ridurre gli effetti della crisi sanitaria sull'economia, ma rimangono rischi sulle prospettive".
La disoccupazione, attesa al 4,8% quest'anno per poi scendere al 3,8% il prossimo, "continua a ricadere in modo sproporzionato sui lavoratori a basso reddito, sugli afroamericani e sugli ispanici", ha affermato Powell. Insomma, I funzionari della Fed affrontano uno scenario complicato quasi 20 mesi dopo che la pandemia di coronavirus ha scosso per la prima volta l'economia americana. Non sbagliare i tempi e le modalità di comunicazione è cruciale.
L'attività è rimbalzata e i consumatori hanno ripreso a spendere. Ma il virus persiste e molti cittadini rimangono non vaccinati, impedendo un pieno ritorno alla normalità. Anche le minacce esterne incombono, comprese le scosse nel mercato immobiliare cinese che hanno messo in allarme i mercati finanziari. Senza dimenticare lo stallo al Congresso sull'aumento del tetto del debito. "Alzarlo", ha avvertito Powell, "è essenziale". In caso contrario, ha concluso, "potrebbero esserci importanti danni all'economia".