AGI - Sarà il comitato esecutivo della Federal Reserve a catalizzare l'attenzione dei mercati la prossima settimana. Gli investitori restano convinti che il tapering, vale a dire la riduzione del piano di acquisto di asset da 120 miliardi di dollari al mese varato per contrastare gli effetti economici della pandemia, non sarù avviato prima di novembre, ma i dati macroeconomici contrastanti delle ultime settimane hanno aumentato l'incertezza.
Gli analisti ritengono comunque che la comunicazione adottata finora dal presidente dell'istituto centrale statunitense, Jerome Powell, abbia ben preparato i mercati, che hanno avuto il tempo di metabolizzare il messaggio e che quindi non ci saranno shock.
"Ci sarà comunque un po' di nervosismo", ha detto Siddhartha Khemka, ricercatore della Motilal Oswal Financial Services. "Se dovessero arrivare indicazioni dal meeting sui tempi dell'avvio del tapering, la prospettiva di un ritiro degli stimoli all'economia e l'aumento dei tassi di interesse potrebbero comunque avere effetti sugli investitori", ha aggiunto.
L'inflazione Usa è rimasta ad agosto sopra il tetto del 5% per il quarto mese consecutivo. L'indice dei prezzi al consumo ha leggermente rallentato al 5,3% dal 5,4% di luglio, lasciando pensare che la corsa del costo della vita abbia raggiunto il suo picco. Per gli analisti, tuttavia, resta improbabile che l'inflazione possa registrare una frenata vigorosa da qui a novembre, e questo la Federal Reserve lo sa bene.
L'unico dato che, per gli analisti, potrebbe davvero indurre Powell a cambiare idea è quello sul tasso di disoccupazione: se troppo alta, tutto potrebbe essere posticipato. Anche l'inatteso balzo delle vendite al dettaglio ha innervosito il mercato. I consumi hanno segnato un incremento dello 0,8% il mese scorso, lasciando presagire che l'impatto della variante Delta del coronavirus sulla crescita resta tutto sommato contenuto.
Non sarà comunque la Fed l'univca banca centrale a esprimersi la prossima settimana. Decisioni sui tassi saranno prese anche dalla banca del Giappone, dalla Banca d'Inghilterra, dalla Banca popolare cinese, dalla svedese Riksbank, dalla norvegese Norges Bank e dalla svizzera Snb. E di certo l'Europa non potrà non guardare al fine settimana, quando si terranno le elezioni in Germania per decidere il successore di Angela Merkel.