AGI - C'è un frizzante clima di attesa a Rho, e in tutta Milano, dove tra poche ore aprirà i battenti il Salone del Mobile. Dal 1961, è un appuntamento annuale molto atteso per gli addetti ai lavori e anche agli appassionati di design, anche se quest'anno le aspettative sono a ben ampio raggio.
Dopo 17 mesi di restrizioni a causa del Covid, il Salone simboleggia quest'anno non solo la "ripartenza" di Milano ma anche di tutta l'industria dell’arredamento e del design in generale, dopo la fase più acuta della pandemia. Per questo motivo, viene atteso con un pizzico di emozione: la scommessa è che sarà un Supersalone di quelli memorabili, in quanto la voglia di ripartire c'è, ed è tanta.
Ci sono oltre 1.500 espositori, che si divideranno tra i diversi saloni tematici nonché tra gli eventi del Fuorisalone in giro per la città. Tutti eventi che animeranno alcuni luoghi del centro con talk, mostre e concerti e che fanno parte della Milano Design Week 2021. Tradizionalmente in calendario ad aprile, il Salone del Mobile era stato cancellato nel 2020 a causa del coronavirus, mentre quest’anno, quello del cinquantenario, è stato spostato dal 5 al 10 settembre.
Un appuntamento che arriva dopo un'estate non particolarmente esaltante, visto che, secondo alcune cifre al 10 agosto scorso, a Milano molti albergatori, fra i circa 400 in attività in città, avevano occupato circa un terzo delle loro camere: i servizi di ricezione hanno cioé sofferto il turismo straniero a singhiozzo, a causa del Covid, e attendono il Salone per invertire una tendenza che al momento non soddisfa. Stesso discorso per bar e ristoranti che sperano così di consolarsi dopo questi difficili mesi di restrizioni.
Con la curva dei contagi in calo e il buon ritmo della campagna di vaccinazione questa fiera, così importante a livello internazionale, potrebbe quindi rappresentare un momento di svolta. E potrebbe essere così una delle industrie più penalizzate dalla pandemia, il design e arredamento, a ritrovarsi in una grande rampa di lancio per la ripartenza dopo che nel 2020 il fatturato è risultato in flessione del 9,1% e le esportazioni sono bruscamente rallentate dell’11,7%: il Salone allora diventerebbe una boccata d'ossigeno preziosa per un comparto con un fatturato da 41,5 miliardi di euro e che rappresenta il 5% del Pil (ovviamente, prima della pandemia). Senza contare l'indotto, i servizi e i trasporti che il Salone movimenterà.
In tempi pre-Covid, l'appuntamento fieristico richiamava circa 350 mila persone. Quest'anno non si arriverà a quelle cifre, però si attende un exploit.