AGI - “Sarà di grande qualità e sostenibile” il Supersalone, come è stato ribattezzato il Salone del Mobile che da domenica 5 settembre animerà i padiglioni della Fiera, sotto la guida della presidente Maria Porro e l’abilità di un curatore “eccezionale” come Stefano Boeri. A pochi giorni dal via, Porro racconta all’AGI il fermento e l’adrenalina del dietro le quinte e i progetti per l’edizione di aprile 2022 quando si celebreranno i 60 anni del Salone.
“C’è energia, entusiasmo, riscatto. E anche la grande incognita sull’arrivo degli stranieri. Abbiamo avuto segnali molto positivi da parte dei buyer. Speriamo che gli americani e i canadesi riescano ad arrivare. Certamente ci saranno gli europei”. Chi arriva in fiera “viene accolto da una foresta di 200 alberi, all’ingresso e anche all’interno dei padiglioni, che poi saranno donati alla città. Ci sarà tanto verde”.
"Una visione di insieme"
“Nei padiglioni ci sarà la migliore tradizione degli ultimi 18 mesi delle aziende. Ma non sarà solo un racconto di prodotto, si avrà una visione di insieme di dove il settore sta andando, e anche sui giovani talenti. Il Salone Satellite, dedicato ai giovani talenti emergenti, quest’anno non ci sarà, ma si è scelto di dare ugualmente spazio ai migliori progetti degli studenti di architettura. Quelli selezionati saranno messi in mostra proprio come le sedie del Compasso d’Oro”.
Cosa si aspetta da questo Supersalone?
“E’ stato fatto uno sforzo incredibile in un tempo strettissimo. Abbiamo costruito un evento di grandissima qualità, ho visto il cantiere. Adesso aspetto con grande curiosità l’apertura delle porte”. Come vorrebbe fosse ricordato? “Come un Salone di qualità e il primo salone sostenibile. La scelta di fare un evento sostenibile sia un punto di svolta, dal quale non si può e non si deve tornare indietro”. Anche il prossimo Salone sarà all’insegna della sostenibilità? “Penso proprio di sì, è un settore che si è già mosso, sta facendo investimenti, le aziende al loro interno si stanno interrogando. Quindi noi come Salone diamo un segnale importante in questo senso e dobbiamo essere capaci di raccoglierlo e portarlo avanti. E’ un settore che si sta davvero impegnando”.
Dunque si può dire che il Supersalone sarà una sorta di test per la prossima kermesse?
“Direi di sì. Ripartiamo con un format diverso, con la cultura, le scuole, il compasso d’oro. Penso che con questo evento siamo andati all’essenza guardando anche al futuro, rispetto al taglio della sostenibilità. Tornare a vedersi e incontrarsi è fondamentale, un valore straordinario”.
Nei padiglioni della Fiera stavolta trova ampio spazio il digitale e anche il food, con chef stellati che prepareranno i loro piatti memorabili, acquistabili a prezzi contenuti. Due novità che potranno essere replicate?
“Il digitale è imprescindibile, nasce quasi due anni fa, perché sentivamo l’esigenza per il Salone di avere una sua identità digitale. Poi con la pandemia, il percorso ha subito una accelerazione. Penso che il mix tra digitale e fisico sia la strada giusta per una fiera come la nostra e per un settore come questo”, dove c’è bisogno di toccare il prodotto, valutare le proporzioni. Quanto al food “vediamo, potrebbe essere, io sono molto curiosa. In questo momento non me la sento di escludere nulla. Il nostro settore è sempre stato curioso, aperto alle contaminazioni. Quindi perché porre delle barriere?”.