AGI - Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, apre alla cessione di Mps a Unicredit. E lo fa davanti alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato. Le sue parole sono nette: l'operazione Unicredit "è la soluzione strategicamente superiore per l'interesse generale del Paese ed è motivata da ragioni industriali".
Del resto, il ministro mette in guardia sul fatto che il Monte Paschi possa restare da solo: "L'ipotesi 'stand alone' - afferma - è rischiosa".
Franco poi assicura che "l'operazione non sarà una svendita di proprietà statale", e che la soluzione Unicredit non porterà allo smembramento del gruppo senese.
Il ministro ha quindi ammesso che ci saranno circa 2.500 esuberi, ma ha garantito che "il governo offrirà la massima tutela ai lavoratori".
"Sarà un lavoro complesso"
"Auspico fortemente che si chiuda, lavoreremo per trovare una soluzione, credo che ci siano i margini per trovarla ma non chiuderemo a qualsiasi costo. Non lo faremo noi e non lo farà Unicredit", ha evidenziato il ministro. "Sarà un confronto complesso alla fine del quale si vedrà se la soluzione sarà adeguata. Spero che si arrivi in fondo e se questo avverrà, tornerò a spiegare quello che sarà raggiunto e spero in una soluzione accettabile per il territorio, il governo e il Parlamento". Per il titolare del Mef la soluzione Unicredit garantisce l'interesse generale. "Il presupposto è la dismissione della partecipazione statale. Vorrei sottolineare che non si tratterà di una svendita di proprietà statale". "L'avvio di un'interlocuzione con Unicredit è un'iniziativa doverosa. L'operazione rappresenta una soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell'interesse generale del paese e motivata dal punto di vista industriale", ha precisato il ministro.
No a ipotesi 'stand alone'
Con l'ipotesi 'stand alone', ha osservato, Mps "sarebbe esposto a rischi e incertezze considerevoli e avrebbe seri problemi di competitività. Allo stato attuale peraltro non si ravvisano i presupposti per aprire un'interlocuzione con l'Ue per concordare un piano di questo genere".
Piano Mps ha obiettivi non conformi a richieste Ue
Il ministro dell'economia ha spiegato che il piano industriale di Mps "presenta obiettivi non conformi alle richieste della Commissione europea" in particolare riguardo alla riduzione dei costi fissata al 51% dei ricavi dalla Commissione Ue, mentre in base al piano si prevede il 74% nel 2021 e ancora il 61% al 2025.
Governo tutelerà occupazione e marchio
Purtroppo gli esuberi dovrebbero essere superiori ai 2.500 stimati dal piano della banca senese. "Per raggiungere l'obiettivo di un rapporto costi/ricavi del 61% la banca ha stimato circa 2.500 esodi volontari. Nel caso probabile che l'interlocuzione con la Commissione Ue ponga obiettivi di costi/ricavi piu' ambiziosi, gli esuberi di personale potrebbero essere considerevolmente piu' elevati".
In ogni caso il governo garantirà al massimo la tutela dei lavoratori e del territorio. Mps ha "oltre 21.000 dipendenti. Il governo garantirà la massima attenzione alla tutela dei lavoratori utilizzando gli spazi negoziali e definendo i presidi a tutela dell'occupazione del territorio con una pluralita' di strumenti e iniziative. Anche la tutela del marchio rappresentera' una priorita' del governo. Il marchio ha un valore non solo storico ma commerciale", ha spiegato.
Aumento di capitale ben superiore a 2,5 mld
Sul fronte finanziario, è probabile che l'aumento di capitale necessario sia superiore ai 2,5 miliardi indicati nel piano dell'istituto senese. Gli stress test, ha spiegato il titolare del Mef, hanno confermato per Mps "l'esigenza di un rafforzamento strutturale di grande portata e richiederebbe un aumento di capitale ben superiore a quello previsto nel piano 2021-2025" fissato a circa 2,5 miliardi di euro. Allo stesso tempo, ha assicurato Franco, "non vi sono al momento elementi che facciano intravvedere rischi di smembramento della banca".