Chi ha il vaccino e chi no. È questa la vera "linea di frattura" che puo mettere a rischio la ripresa dell'economia mondiale. Il Fondo monetario internazionale, nell'aggiornamento del suo World economic outlook, lascia invariata al 6% la stima di crescita dell'attività globale nel 2021. "Ma a cambiare", osserva la capo economista Gita Gopinath, "è la sua composizione".
Mentre per le economie avanzate le previsioni migliorano dello 0,5% a +5,6%, i Paesi emergenti e in via di sviluppo subiscono un taglio dello 0,4% a +6,3%. Per il 2022, il Fondo stima una crescita mondiale del 4,9%, lo 0,5% in più rispetto ad aprile, ma anche in questo caso grazie soprattutto all'impulso dei Paesi più ricchi (+0,8% a +4,4%) rispetto a quelli meno sviluppati (+0,2% a +5,2%).
A trainare la ripartenza sono gli Stati Uniti, dove l'istituto di Washington si attende un incremento dell'attività economica pari al 7% quest'anno (+0,6% rispetto ad aprile) e del 4,9% il prossimo (+1,4%). L'economia dell'Eurozona crescerà invece del 4,6% (+0,2%) nel 2021 e del 4,3% (+0,5%) nel 2022. Restano invariate le previsioni per quest'anno di Francia e Germania, rispettivamente a +5,8% e +3,6%. Brilla l'Italia, che vede il suo dato migliorare dello 0,7% a +4,9% nel 2021 e dello 0,6% a +4,2% nel 2022. Vola la Gran Bretagna, il cui prodotto potrebbe salire del 7% nei 12 mesi in corso (+1,7%).
Tra le principali economie emergenti e in via di sviluppo, la Cina registra una sforbiciata dello 0,3% a +8,1% quest'anno e un rialzo di appena lo 0,1% a +5,7% il prossimo. L'India, travolta dalla variante delta del coronavirus, subisce una revisione al ribasso del 3% a +9,5% per il 2021.
A pesare, sottolinea Gopinath, sono anche le "divergenze nelle politiche di sostegno" all'economia. Mentre nelle economie avanzate continuano a registrarsi aiuti, con 4.600 miliardi di dollari di stimoli ancora in campo per quest'anno e oltre, in molti dei Paesi meno sviluppati la maggior parte delle misure si è esaurita nel corso del 2020.
Per questo, Gopinath lancia un appello affinché "l'azione multilaterale assicuri un accesso rapido e globale ai vaccini, alle diagnosi e alle terapie. Questo", sottolinea, "salverebbe innumerevoli vite, preverrebbe nuove varianti che potrebbero svilupparsi nei Paesi emergenti e aggiungerebbe migliaia di miliardi di dollari alla crescita economica globale". Per raggiungere questi obiettivi, calcola, "almeno un miliardo di dosi dovrebbero essere condivise dai Paesi che hanno un surplus di vaccini e i produttori dovrebbero rendere prioritarie le consegne ai Paesi a basso e medio reddito".
Alle banche centrali il Fondo chiede di non lasciarsi spaventare dall'impennata dell'inflazione. I recenti picchi toccati dai prezzi, sostengono i tecnici dell'istituto di Washington, "riflettono inusuali sviluppi collegati al periodo post-pandemico e transitori disallineamenti tra forniture e domanda". Il costo della vita, sostiene il rapporto, "è atteso ritornare ai livelli pre-pandemia nel 2022, una volta che questi elementi di disturbo cesseranno". L'imperativo è dunque "evitare un irrigidimento" della politica monetaria, "finché non ci sarà più chiarezza sulle dinamiche dei prezzi sottostanti".
Sull'economia mondiale gravano ancora pesanti rischi al ribasso. "La diffusione di varianti altamente infettive del virus", avverte Gopinath, "potrebbe far deragliare la ripartenza e bruciare 4.500 miliardi di dollari cumulativamente entro il 2025". E anche le "le condizioni finanziarie", aggiunge, "potrebbero irrigidirsi improvvisamente nel caso di una repentina rivalutazione dell'orientamento di politica monetaria, specialmente negli Stati Uniti". La ripresa, conclude, "non potrà dirsi assicurata finché la pandemia non sarà sconfitta a livello globale" e per farlo vincere la battaglia dei vaccini è cruciale.