AGI - I contagi da Covid, complice la variante Delta, tornano a mordere in tutto il mondo e anche sui mercati finanziari, dove le preoccupazioni per l'effetto sulla ripresa di eventuali restrizioni hanno portato una forte ondata di vendite.
Piazza Affari è il peggiore fra i principali mercati europei, con il Ftse Mib che perde il 3,34% a quota 23.965 punti, bruciando oltre 24,4 miliardi e tornando sui livelli di inizio maggio. In netto calo anche gli altri principali mercati del vecchio continente, con il Dax di Francoforte che perde il 2,69%, Londra il 2,32% e il Cac40 di Parigi in calo del 2,54%: a livello europeo la capitalizzazione andata in fumo in una sola seduta è di 240 miliardi.
Le vendite, però, colpiscono anche il petrolio, che perde oltre il 5% e vede il Brent tornare sotto quota 70 dollari. Apesare sul greggio, oltre alle preoccupazioni sulla domanda legate alla ripartenza della pandemia, la concomitanza con la decisione dei produttori Opec+ di aumentare la produzione a 400 mila barili al giorno da agosto. Anche Wall Street è in netto calo: a due ore dall'apertura il Dow perde oltre il 2% e l'S&P oltre l'1,5%, mentre limita i danni il Nasdaq.
Wall Street chiude in forte calo a causa dei timori legati alla nuova ondata di casi di Covid-19 e al diffondersi di nuove varianti del virus, come la Delta che imperversa in Europa. Il Dow Jones arretra del 2,09% a 33.961 punti base, l’S&P 500 dell’1,51% a 4.256 punti, male anche il Nasdaq che cede l’1,06& a 14.275 punti. È la peggiore giornata del mercato azionario statunitense dallo scorso maggio.
Secondo gli investitori a frenare i mercati è “una pletora di incertezze”, tra cui “la pandemia, la diffusione delle varianti, l’inflazione e le tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti, i loro alleati, e la Cina”, come ha spiegato Mark Luschini, capo della strategia di investimento di Janney Montgomery Scott.
I nuovi casi di coronavirus sono in aumento non solo in Europa, ma anche in tutti gli Stati Uniti d’America per il quarto giorno consecutivo. Un aumento che, secondo i dati della Johns Hopkins University, per progressione è pari a quello della primavera 2020. Questo scenario di forti preoccupazioni ha messo un freno all’entusiasmo sulle prospettive di crescita, inducendo un forte calo dei rendimenti del Tesoro, e mettendo sotto pressione i titoli finanziari e quelli energetici. Jp Morgan ha perso il 3,35%, Goldman Sachs il 2,77%, Bank of America il 2,61%.
A questo si aggiunge il forte calo del petrolio dopo l’accordo raggiunto dal gruppo dei produttori Opec+ per aumentare la produzione a 400 mila barili al giorno. A New York il Wti ha chiuso a 66,30 dollari, in calo del 7,67%. Male anche il Brent che a Londra passa di mano a 68,48 dollari in calo del 6,94%. Il crollo ha avuto ripercussioni anche sui titoli energetici, che nel complesso hanno lasciato sul terreno il 4%.
Non sono sfuggiti al sell-off nemmeno i titoli tecnologici, che geralemnte hanno beneficiato dalla pandemia che ha costretto in casa miliardi di persone negli ultimi anni. Lo testimoniano gli andamenti delle big tech: Facebook ha perso l’1,23%, Google l’1,93%, Apple il 2,64%, Microsoft l’1,31%, Amazon lo 0,68%.
A guidare le perdite sul mercato americano sono i titoli maggiormente legati al ciclo economico, come quelli dei viaggi, spaventati da una crescita dei contagi negli Stati Unit,i in aumento del 70% la scorsa settimana a causa della variante Delta. Male anche i titoli legati ai viaggi aerei e alle crociere: United Airlines ha lasciato sul terreno il 5,52%, American Airlines il 4,09%, Boeing il 4,93% e le linee di crociere Carnival il 5,74%.
La fuga dai rischi spinge invece i titoli di stato, a partire dai Tresuries americani che sono sui minimi da febbraio, e fa scendere il rendimento dei titoli di Stato tedeschi, con lo spread coi titoli italiani che si allarga a 110 punti base.
A Milano le vendite colpiscono in maniera trasversale tutti i settori, a partire dai bancari, dove soffre Bper (-5,07%) ma anche le big Unicredit e Intesa (-4,23%); giù la manifattura (Stellantis -3,6%, Leonardo -3,95%), il lusso e l'energia, con Enel che, anche in considerazione dello stacco cedola, perde il 5,07%. Cede il 4,33% Tim dopo aver aggiornate le stime. Solo due i titoli positivi sul paniere principale: si tratta di Amplifon e Diasorin (+1,81%).