AGI - Il colosso giapponese Toshiba è ancora una volta nella bufera. Oggi il cda ha silurato il presidente, Osamu Nagayama, dopo la pubblicazione di un’inchiesta che ha svelato la collaborazione tra l’azienda e il governo giapponese per fare pressione sui fondi stranieri interessati alla società.
Nagayama non è stato riconfermato dal cda, che ha votato contro la proposta di rinnovo anche di un altro amministratore, Nobuyuki Kobayashi. Nei giorni scorsi, per lo stesso motivo, quattro dirigenti, inclusi due membri del consiglio di amministrazione, si erano dimessi.
Nagayama, 74 anni, è un rispettato ex capitano d'industria, che in precedenza ha fatto parte del gruppo farmaceutico Chugai e Sony e era stato eletto presidente di Toshiba nella precedente assemblea generale ordinaria del gruppo del luglio 2020.
Subito prima di questa assemblea generale del gruppo i dirigenti di Toshiba hanno manovrato con il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria (Meti) per intimidire alcuni activist investor stranieri. Lo rivela un'inchiesta indipendente pubblicata lo scorso 10 giugno. Il gruppo ha immediatamente reagito licenziando due membri del suo consiglio di amministrazione, la cui rielezione inizialmente doveva essere proposta oggi. T
Tuttavia ciò non è bastato a spegnere l'incendio. Nagayama "non si era assunto la sua responsabilità" come presidente del consiglio di amministrazione, secondo Justin Tang, analista di United First Partners. I due membri del consiglio sacrificati in anticipo da Toshiba "non erano più colpevoli del presidente" e di altri funzionari del gruppo, che "hanno fallito tutti" nell'adempimento dei loro doveri, spiega Tang. Mentre la scorsa settimana si è scusato con gli azionisti per questo nuovo scandalo, Nagayama ha puntato il dito contro l'ex direttore generale di Toshiba, Nobuaki Kurumatani, spinto alle dimissioni ad aprile. Tuttavia ciò non è bastato a salvarlo.
Toshiba, un tempo un simbolo della tecnologia avanzata e del potere economico del Giappone, ha attraversato un terremoto negli anni scorsi, per via di una serie di scandali e delle forti perdite, prima di avviare una ripresa negli ultimi anni.