AGI - “Non c'è uno scenario per cui l'azienda non apra la procedura di licenziamento a meno che non si trovi accordo su un altro percorso tra oggi e il 30. La disponibilità dell’azienda a sedersi al tavolo per discutere di reindustrializzazione è vera, non notificheremo le lettere di licenziamento al termine della procedura tra 75 giorni ma provvederemo a fare uso degli strumenti previsti”. Lo dichiara, secondo quanto si apprende da fonti sindacali, Carmine Trerotola in rappresentanza dell’azienda durante il tavolo Whirlpool in corso al Mise. Per Whirlpool, "l'Italia rimane strategica, con oltre 5.000 dipendenti, stabilimenti con capacità produttiva vicina a quella installata". Quindi, ha aggiunto l'azienda, "per oggi non esiste un eccesso di domanda che può essere spostata da altri paesi o stabilimenti su quello di Napoli".
"Abbiamo un dovere morale nei confronti dei lavoratori e per questo non tarderemo a riconvocare il tavolo prima del 30. Io non mi sono mai sottratta al confronto e al lavoro verso una soluzione seria”, ha dichiarato la vice ministra del Mise, Alessandra Todde. “L’azienda ha confermato al tavolo di voler supportare i lavoratori e ho richiesto pertanto di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e di evitare decisioni unilaterali come l’apertura di una procedura di licenziamento. Ci aspettiamo sia conseguente con quanto richiesto durante l’incontro dalle Istituzioni e dalle parti sociali per aprire un confronto costruttivo”, ha aggiunto Todde.
"L’apertura della procedura di licenziamento collettivo su Napoli", hanno affermato i sindacati, "rappresenterebbe un ennesimo atto unilaterale di violazione dell’accordo da parte dell’azienda che impedisce ai soggetti al tavolo di poter continuare un confronto che non sia condizionato dai tempi della procedura e dalla minaccia della perdita dei posti di lavoro e che mette in discussione la credibilità dell’azienda stessa".
Pertanto i sindacati chiedono all’azienda "di abbandonare la strada dei licenziamenti affinché il confronto possa proseguire in modo costruttivo. La disponibilità aziendale a supportare generici progetti di reindustrializzazione nel sito di Napoli non può in alcun modo rappresentare un punto di partenza utile per dare una risposta ai lavoratori coinvolti in questa drammatica vertenza. Per questo ribadiamo la richiesta all’azienda di non aprire la procedura di licenziamento collettivo e chiediamo al Governo un intervento per scongiurare questo e altri atti che potranno accadere dopo la fine del blocco dei licenziamenti”.