AGI - “Oggi lanciamo un piano per aggiornare i nostri sistemi fiscali che sono del secolo scorso e che vanno aggiornati se vogliamo utilizzare il fisco da un lato per ridurre le frodi, l’evasione e l’elusione fiscale, dall’altro per fare pagare le tasse dove si realizzano i profitti da parte delle grandi imprese, non dove hanno le proprie sedi legali e, in terzo luogo, attraverso una tassazione minima per evitare una concorrenza sleale tra Paesi europei, per evitare di danneggiarci l’uno con l’altro come purtroppo sta accadendo". Così il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha presentato la nuova agenda sulla tassazione delle imprese per una imposizione fiscale “a prova di futuro”.
"Gli Stati membri dell'Ue perdono decine di miliardi ogni anno a causa di frodi, evasioni ed elusioni fiscali", ha spiegato l'ex premier italiano. Nel dettaglio, "circa 50 miliardi di euro all'anno vengono persi con la frode Iva transfrontaliera; 46 miliardi di euro all'anno a causa all'evasione fiscale internazionale da parte di persone fisiche; e tra 35 e 70 miliardi di euro ogni anno a seguito dell'elusione dell'imposta sulle società nell'Ue".
"Entro la fine di quest'anno, definiremo nuove misure contro l'elusione fiscale per contrastare l'uso abusivo di società di comodo, ovvero società con una presenza sostanziale assente o minima e un'attività economica reale. La Commissione proporrà nuovi obblighi di monitoraggio e rendicontazione fiscale per le società di comodo, in modo che le autorità fiscali possano rispondere meglio alla pianificazione fiscale aggressiva", ha annunciato Gentiloni. Inoltre, "entro il 2022 proporremo che alcune grandi società che operano nell'Ue debbano pubblicare le loro aliquote fiscali effettive. Ciò fornirà ai cittadini una migliore panoramica del contributo fiscale apportato dalle grandi multinazionali nell'Ue e metterà in evidenza dove vengono effettivamente utilizzate strategie di pianificazione fiscale aggressiva. Perché la conoscenza è potere: dobbiamo sapere quanto pagano le società fiscali e ritenerle responsabili quando non contribuiscono con la loro giusta quota".
I principi cardine del nuovo quadro sono il sostegno alla ripresa nel lungo periodo e garantire entrate pubbliche adeguate negli anni a venire. In forza del documento approvato oggi dal Collegio dei commissari, l’esecutivo Ue si impegna a presentare entro il 2023 un nuovo quadro per la tassazione delle imprese nell'Ue, “che ridurrà gli oneri amministrativi, rimuoverà gli ostacoli fiscali e creerà un ambiente più favorevole alle imprese nel mercato unico”. Il cuore della nuova disciplina sarà il "Business in Europe: Framework for Income Taxation" (o Befit) che “fornirà un unico regolamento sull'imposta sulle società per l'Ue, prevedendo una più equa ripartizione dei diritti di tassazione tra gli Stati membri”. Il nuovo quadro “ridurrà la burocrazia e i costi di conformità”, e “sosterrà l'occupazione e gli investimenti dell'Ue nel mercato unico”.
Il Befit sostituirà la proposta lasciata in sospeso sul Common Consolidated Corporate Tax Base (anche nota come Ccctb), ovvero una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società nell’Unione europea. Questa proposta, mette in chiaro la Commissione, sarà ritirata. Il documento adottato oggi fissa infine un'agenda fiscale per i prossimi due anni, con “misure che promuovono gli investimenti produttivi e l'imprenditorialità, salvaguardano meglio le entrate nazionali e sostengono le transizioni verdi e digitali”.