AGI - Eurostar, l'operatore dei treni che corrono sotto il tunnel della Manica, si è assicurato un mega finanziamento da 290 milioni di euro e riuscirà così a tenersi a galla in attesa che vengano completamente tolte le restrizioni di viaggio dovute al Covid-19. La società, che era stata sull'orlo del fallimento, ha sottolineato che i fondi forniti dagli azionisti e dalle banche riusciranno ad assicurare il suo futuro.
La compagnia d'oltre Manica, che opera un solo volo giornaliero Londra-Bruxelles-Amsterdam al momento, doveva assolutamente trovare nuovi soldi prima della fine di maggio/inizio giugno per evitare il fallimento. Questo perché ha registrato un notevole calo di clienti, più di qualsiasi altro operatore ferroviario europeo o compagnia aerea concorrente.
Eurostar soffre di essere percepita nel Regno Unito come una società statale francese, mentre in Francia è spesso vista come una società britannica perché ha sede a Londra.
Non ha quindi potuto beneficiare di aiuti diretti o di prestiti garantiti dallo Stato, a differenza delle compagnie aeree. Il finanziamento trovato, pari a 250 milioni di sterline (290 milioni di euro), permetterà alla società "di soddisfare gli obblighi finanziari a breve e medio termine".
"Il forte impegno finanziario degli azionisti con le banche è il fattore chiave che ci permetterà, nell'immediato futuro, di aumentare l'attività poiché si prevedono miglioramenti nel controllo della pandemia di Covid-19", ha detto l'amministratore delegato di Eurostar, Jacques Damas. Il CEO di SNCF Voyageurs Christophe Fanichet ha accolto "questo rifinanziamento, che è un passo importante per garantire la sostenibilità di Eurostar e viaggiare tra il continente e la Gran Bretagna.
Ora la compagnia vede la luce alla fine del tunnel: aumenterà la sua offerta a due viaggi giornalieri di andata e ritorno sulla rotta Londra-Parigi il 27 maggio, per poi aggiungere un terzo servizio dalla fine di giugno. Aumenterà "gradualmente la frequenza nel corso dell'estate, dato che le restrizioni di viaggio dovrebbero essere allentate".
Prima della pandemia, Eurostar offriva tra 15 e 18 viaggi giornalieri Parigi-Londra e una decina su Londra-Bruxelles (tre dei quali erano appena stati estesi ad Amsterdam). Il direttore generale Jacques Damas intende ora intensificare le discussioni con i governi "per un allentamento controllato delle restrizioni di viaggio e per procedure di controllo transfrontaliere sicure e senza intoppi".
L'accordo include 50 milioni di sterline di capitale dai suoi azionisti, 150 milioni di sterline di debito garantito da quegli stessi azionisti e 50 milioni di sterline di linee di credito esistenti ristrutturate. Oltre alla SNCF, Eurostar è posseduta al 40% dal consorzio Patina Rail - di cui il 30% è detenuto dalla Caisse de dépôt et placement du Québec e il 10% dal fondo britannico Hermes Infrastructure - e al 5% dalla SNCB belga. Questi azionisti hanno già contribuito con 210 milioni di euro.
Allo stesso tempo, Eurostar si è impegnata a ridurre drasticamente i suoi costi, ha messo la sua forza lavoro in orario ridotto e ha già preso in prestito 400 milioni di sterline (450 milioni di euro), che sono stati utilizzati.
Un altro obiettivo è la fusione di Eurostar con la compagnia franco-belga Thalys -società controllata al 60% dalla SNCF e al 40% dalla SNCB-, annunciata nell'autunno 2019 e auspicata per la fine dell'anno secondo Alain Krakovitch, il direttore generale di Voyages SNCF, il ramo che supervisiona i treni a lunga percorrenza, compreso il TGV. Anche Thalys ha sofferto della pandemia e per la prima volta nella sua storia sta cercando finanziamenti esterni quest'anno.
La fusione Eurostar-Thalys dovrebbe permettere di "cercare delle sinergie", di risparmiare ottimizzando la rotazione dei treni o unificando i sistemi informatici e di distribuzione, ha spiegato recentemente Krakovitch all'AFP, con l'obiettivo di "svilupparsi nel Nord Europa".