AGI - Primo weekend di ritorno al lavoro per titolari e collaboratori di quasi centoquarantamila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi con attività all'aperto nelle regioni gialle dove è possibile il servizio al tavolo all'esterno ma non quello al bancone interno per i bar. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti diffusa in occasione della festa del primo maggio "che rappresenta per molte imprese e lavoratori un segnale di speranza dopo molti mesi di grandi difficoltà.
Nei centri urbani le maggiori difficoltà
Hanno riaperto nel fine settimana - stima la Coldiretti - circa la metà dei servizi di ristorazione totali, con i posti all'aperto dei locali che sono però, molti meno rispetto a quelli al coperto. Le maggiori difficoltà si registrano nei centri urbani stretti tra traffico ed asfalto mentre nelle campagne - sottolinea la Coldiretti - ci si è organizzati secondo Campagna Amica per offrire agli ospiti degli agriturismi la possibilità di cenare sotto gli uliveti in mezzo alle vigne che stanno germogliando oppure nell'orto con la possibilità di raccogliersi la verdura direttamente".
"Limitativo per tutti è invece il limite fissato per il coprifuoco alle 22 poiché - precisa la Coldiretti - gli agriturismi sono situati nelle aree rurali e ci vuole tempo per raggiungerli dalle città".
L'impatto sulla filiera
Le riaperture del weekend rappresentano circa l'80% del fatturato settimanale tagliato dallo smart working, e dalle difficoltà del turismo ed erano attese dopo mesi di lockdown che hanno colpito pesantemente i redditi degli operatori e i livelli occupazionali. "Un beneficio che si trasferisce a cascata sull'intera filiera con 1,1 milioni di tonnellate di cibi e di vini invenduti dall'inizio della pandemia.
Complessivamente nell'attività di ristorazione - rileva la Coldiretti - sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che - conclude Coldiretti - vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale".