AGI - Il governo cinese sta indagando sul processo che ha portato all'approvazione in tempi rapidi della maxi-Ipo di Ant Group, il braccio fintech di Alibaba, fermata a sorpresa a poche ore dal doppio debutto alle Borse di Shanghai e Hong Kong, a inizio novembre scorso. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando fonti al corrente delle indagini, secondo cui il fondatore dei due gruppi, Jack Ma, non potrebbe lasciare la Cina fino a quando non sarà completato il processo di ristrutturazione del gigante fintech, e le indagini avviate dal governo centrale non si saranno concluse.
Ant Group deve completare il processo di rettifica delle attività che ne farà una holding finanziaria, con un piano già fissato dalla banca centrale cinese, mentre ad Alibaba è stata inflitta, il 10 aprile scorso, una multa da 2,3 miliardi di euro, al termine delle indagini anti-trust avviate a fine dicembre 2020. All'esame del governo ci sarebbero i legami tra Jack Ma, che da novembre scorso mantiene un basso profilo e ha diradato le apparizioni pubbliche, e alcuni alti funzionari. Uno dei timori della leadership, scrive il quotidiano finanziario Usa, c'è anche quello secondo cui tra chi avrebbe potuto beneficiare della maxi-Ipo da 37 miliardi di dollari di Ant Group potessero esserci individui e famiglie politiche influenti e grandi fondi statali.
Jack Ma sarebbe riuscito a ottenere il via libera all'Ipo di Ant Group a diversi livelli in tempi rapidi, per la Cina, nonostante i timori espressi dalle autorità regolamentazione sul modello di business del colosso fintech. Dopo il brusco stop alla doppia quotazione in Borsa di Ant Group, il presidente cinese, Xi Jinping, riferisce il Wall Street Journal, ha presieduto "una riunione dopo l'altra" per sottolineare che le grandi imprese della tecnologia non devono usare le loro dimensioni, i loro capitali e i dati di cui usufruiscono per mettere in atto pratiche anti-competitive.
La preoccupazione principale sarebbe stata che gli interessi statali non sarebbero stati adeguatamente protetti. Le indagini sull'Ipo di Ant Group sarebbero cominciate dopo un discorso pronunciato a gennaio scorso alla Commissione Centrale per l'Ispezione e la Disciplina, che dà la caccia ai funzionari corrotti, nel quale il presidente cinese sottolineò l'importanza di concentrarsi nel corso del 2021 sul settore finanziario.
Sotto esame sarebbero ora gli standard e le procedure per la quotazione in Borsa fissate sia dalla China Securities Regulatory Commission, l'ente di supervisione del mercato azionario cinese, sia dalle autorità di Shanghai: nel mirino c'è il mercato Star della Borsa di Shanghai, nato nel 2019, al culmine del conflitto commerciale e tecnologico con gli Usa, dove Jack Ma pensava di quotare Ant Group, oltreché alla Borsa di Hong Kong.
Secondo funzionari al corrente delle trattative per la quotazione di Ant Group, tra le poche persone con cui il tycoon cinese ha discusso del suo piano c'è il segretario del Partito Comunista di Shanghai, Li Qiang, astro nascente della politica di Pechino e membro del Politburo, l'ufficio politico del Partito Comunista Cinese, composto di 25 dirigenti di livello nazionale, tra cui lo stesso segretario generale del partito, Xi Jinping. Li è considerato un uomo di fiducia del presidente cinese, e occupa una posizione che è tradizionalmente considerata un trampolino di lancio verso le alte sfere del partito, ma allo stesso tempo, negli anni tra il 2013 e il 2016, quando è stato al vertice della provincia dello Zhejiang, dove ha sede Alibaba, ha favorito l'espansione delle attività del gigante dell'e-commerce cinese.
Anche più tardi, nel 2018, durante un incontro con Jack Ma, lo stesso Li avrebbe espresso "pieno supporto" alle attività del gruppo di Ma nella metropoli cinese. Le indagini degli enti regolatori prendono in esame anche il ruolo di investitori di grandi fondi statali: tra questi, le fonti del quotidiano finanziario Usa citano il fondo sovrano China Investment Corporation e grandi gruppi assicurativi, tra cui China Life Insurance. Il caso dell'approvazione della maxi-Ipo, secondo un adviser del Consiglio di Stato, il governo cinese, avrebbe messo in mostra le carenze del sistema finanziario cinese. L'incidente della maxi-Ipo sospesa a poche ore dal via, ha detto, "dimostra che mancano ancora alcune regole" nello sviluppo dei mercati finanziari e che "la sicurezza finanziaria deve essere garantita".