AGI - "Il calcio femminile ha fatto ulteriori progressi sostanziali nella stagione 2018/19 e, nonostante lo stop imposto dalla pandemia di Covid-19, le prospettive rimangono positive con forti opportunità attuali e potenziali di crescita per tutti gli stakeholder". Il giudizio è di Deloitte secondo cui, con i successi registrati dal football in rosa nel 2019 e l'interesse per gli eventi previsti nei prossimi 3 anni, a partire dai giochi olimpici di Tokyo fino alla prossima coppa del Mondo nel 2023, "il potenziale per il calcio femminile non è mai stato così forte. I detentori dei diritti e gli investitori che possono cogliere questa opportunità e investire nei catalizzatori chiave per il cambiamento", si legge nell'Annual review of football finance 2020, "saranno ben posizionati per generare e raccogliere la ricompensa dalla prossima fase di crescita".
In attesa di nuove fonti di guadagno, insomma, chi vuole puntare sul calcio potrebbe trovare una fonte alternativa di ricavi guardando alle donne. E la Superlega fallita tra gli uomini potrebbe in realtà colorarsi di rosa. "Nonostante il significativo aumento dell'interesse per il calcio femminile, in particolare dopo la Coppa del Mondo 2019", fa notare Deloitte, "l'industria è ancora nella sua infanzia. Questo", sottolinea il rapporto, "rappresenta un'opportunità per contemplare idee rivoluzionarie che altri sport più consolidati non hanno l'agilità di realizzare. Per esempio, l'organizzazione potrebbe essere strutturata in modo diverso rispetto alla controparte maschile in termini di interazione tra competizioni nazionali, continentali e globali. Mentre una tale ipotesi rischia di essere liquidata immediatamente nel gioco maschile, potrebbe invece essere realizzabile per uno sport professionistico nascente come il calcio femminile, che non deve sopportare il peso di un un calendario sovraccarico e profondamente radicato nella tradizione".
I numeri parrebbero esserci. Nella stagione 2018-2019, l'ultima pre-Covid, alcune partite hanno registrato spettatori record. In 60.739 si sono presentati ai cancelli dello stadio per seguire Atletico Madrid-Barcellona, in Italia Fiorentina-Juventus ha registrato 39.027 presenze e in Francia sono state 25.907 le persone che hanno assistito a Lione-Psg. Le gare della Coppa del Mondo hanno avuto una media di 21.756 spettatori. E la dinamica stava proseguendo anche nel 2020, con 31.213 spettatori all'Etihad Stadium per il primo derby di Manchester e 38.262 per quello del Nord di Londra tra Tottenham e Arsenal. A testimonianza che la rivalità tra tifoserie è replicabile anche quando a giocare sono le donne.
Un seguito che ha spinto molti sponsor a interessarsi. In Gran Bretagna, Barclays ha messo sul piatto 10 milioni di sterline per 3 anni per vedere associato il suo nome alla Women's Super League. A livello Uefa, Visa è divenuta il primo sponsor ufficiale del calcio femminile con una partnership della durata di 7 anni a 2,5 milioni di euro a stagione e Nike ha firmato un accordo come fornitore dei palloni da gara ufficiali. La Bbc si è assicurata i diritti per trasmettere le partite del campionato europeo, che doveva essere ospitato in Inghilterra quest'anno ed è stato poi spostato al 2022, con un'offerta di 10-12 milioni di sterline. Canal Plus e Tfi hanno messo sul piatto 13 milioni di euro per gli stessi diritti in Francia.
Cifre che, secondo Deloitte. aprono opportunità importanti ai detentori di diritti e a nuovi investitori. "Sebbene il progresso possa essere stato temporaneamente sospeso a causa della pandemia di Covid-19", conclude il rapporto, "questa pausa può creare opportunità di crescita, fornendo a chi deve assumere le decisioni chiave il tempo per riflettere e considerare la direzione futura".