AGI - Il piano Biden da 2.000 miliardi di dollari per lo sviluppo delle infrastrutture Usa e i dati macro mettono le ali a Wall Street che chiude in rialzo con lo S&P 500 che centra un nuovo record terminando per la prima volta le contrattazioni sopra i 4.000 punti.
L'euro apre stabile sotto 1,18 dollari, mentre il biglietto verde, pur prendendosi una pausa in questo venerdì santo, continua a viaggiare col vento in poppa, per l'accelerazione della ripresa Usa. In rialzo le Borse asiatiche, in particolare Tokyo.
Il Dow Jones è salito dello 0,52% a 33.153,41 punti, il Nasdaq dell'1,76% a 13.480,11 punti, lo S&P 500 dell'1,18% a 4.019,87. Il nuovo programma di stimoli Usa arriva dopo quello da 1.900 miliardi recentemente varato dal Congresso e prevede l'ammodernamento della rete dei trasporti e la creazione di milioni di posti i lavoro.
Il Bitcoin riprende a salire e supera la soglia dei 60.000 dollari, per la prima volta dal 18 marzo. Il record della criptovaluta è sopra 61.000 dollari. Il rafforzamento del Bitcoin, a fine marzo, è coinciso con l'annuncio ufficiale di PayPall, la quale ha fatto sapere che autorizzerà a breve negli Usa i suoi clienti ad acquistare e vendere Bitcoin e altre valute virtuali utilizzando i loro conti su PayPal. Con quelle monete virtuali essi potranno poi acquistare beni e servizi dai 26 milioni di venditori che accettano il servizio di pagamento PayPal.
Secondo il segretario al Tesoro, Janet Yellen il piano renderà "molto più competitiva" l'economia Usa. Come detto, l'indice S&P 500 ha superato per la prima volta la soglia dei 4.000 punti grazie ai rialzi di Microsoft (+2,79%), Amazon (+2,16%) e Alphabet (+3,26%) e Nvidia (+3,47%) e all'ottimismo sulla ripresa dell'economia statunitense.
Questi titoli hanno mostrato segni di risveglio dopo i cali delle ultime settimane. Il rialzo dei listini c'è stato nonostante l'aumento a sorpresa dei sussidi di disoccupazione saliti a 719.000 unità dalle 658.000 di sette giorni fa (dato rivisto dalle iniziali 684.000 unità). Le richieste sono tornate dunque sopra 700 mila unità, mentre gli analisti si aspettavano un calo a 680.000 unità.
A controbilanciare il dato sul lavoro che mostra ancora delle difficoltà, c'è stato invece l'indice Ism manifatturiero volato al top da 38 anni. L'indice è balzato a 64,7 punti a marzo dai 60,8 punti di febbraio, ben al di sopra delle previsioni di mercato a 61,3 punti. E' la lettura più alta dal dicembre del 1983.
L'indice resta nettamente al di sopra della soglia dei 50 punti che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione dell'economia. Altro dato positivo quello relativo al pmi manifatturiero stilato da Ihs Markit, aumentato dai 58,6 punti di febbraio a 59,1 punti, in linea con le attese. "Siamo ancora rialzisti per quest'anno e pensiamo che con gli stimoli fiscali, con la Fed impegnata in una politica accomodante e con l'economia che riparte grazie al piano di vaccinazione prevediamo complessivamente dei buoni bilanci aziendali", ha detto King Lip, analista della Baker Avenue Asset Management di San Francisco.
Il Nasdaq resta ancora sotto del 5% rispetto alla chiusura record del 12 febbraio, ancora in sofferenza per l'aumento dei rendimenti dei Treasury (+1,677%) che ha danneggiato le azioni tecnologiche. Nove degli 11 settori principali dell'S&P sono saliti, con la tecnologia, i servizi di comunicazione e l'energia che hanno guadagnato più dell'1%.
Micron Technology Inc è balzata del 4,76% dopo che il produttore di chip ha rivisto al rialzo la stima degli utili nel terzo trimestre fiscale grazie alla maggiore domanda di chip per gli smartphone 5G e ai software di intelligenza artificiale. Domani Wall Street è chiusa per il venerdì santo.
L'indice di volatilità Cboe è scivolato sotto i 18 punti per la prima volta in 14 mesi, un livello visto l'ultima volta prima del crollo dei mercati finanziari globali per il Covid a marzo 2020. Da segnalare il calo di Johnson &Johnson (-0,90%) dopo che la casa farmaceutica ha ammesso dei problemi con un lotto di vaccino Covid-19 prodotto da Emergent Biosolutions (-13,43%).
In forte rialzo il petrolio nonostante l'aumento, a sorpresa, della produzione da parte dell'Opec+. Il Brent è salito di 1,32 dollari a 64,86 dollari al barile (+3,4%), il Wti ha guadagnato 2,29 dollari a 61,45 dollari al barile (+3,9%). La decisione di aumentare l'offerta, sostengono diversi analisti, è avvenuta dopo la telefonata tra il segretario di stato all'Energia Jennifer Granholm e il ministro dell'energia saudita, Abdulaziz Bin Salman.