AGI - L’Italia ha tra le principali economie dell’Unione europea la medaglia d’oro per l’economia circolare ma questo primato è a rischio. Emerge dal Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021, realizzato dal Cec-Circular Economy Network, in collaborazione con Enea.
Nella produzione circolare il nostro Paese ottiene 26 punti, con un distacco di 5 punti dalla Francia. Rispetto al 2020 l’Italia è stabile al primo posto ma senza miglioramenti significativi; al contrario, la Francia nello stesso periodo cresce di 1 punto. Il vantaggio quindi si accorcia.
Ma secondo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, l'Italia, "Paese guida in Europa" deve diventare leader mondiale e il Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà lo strumento per "migliorare e accelerare le nostre capacità in questa direzione", con la prospettiva di diventare paese di riferimento nel prossimo decennio. In particolare, secondo il ministro, il settore della plastica è il più attrattivo e l'Italia ha "eccellenti capacità che vanno potenziate".
"Dobbiamo essere - ha sottolineato - nazione pionera di metodi e tecnologie nuove che ci consentano di adottare normative sempre più protettive nei confronti dell’ambiente senza mettere in ginocchio il settore che dà una quantità di lavoro enorme e che è trasversale a tutta l’industria e la manifattura".
Secondo lo studio del Cen, l'Italia è in testa alla classifica per la produttività delle risorse: ogni kg di risorsa consumata genera 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98 euro. In termini di quota di energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l’Italia perde il suo primato: con il 18,2% scende al secondo posto, dietro alla Spagna (18,4%) ma davanti a Germania (17,4%), Francia (17,2%) e Polonia (12,2%).
Il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019 è stato del 46,9%, in linea con la media europea, posizionando l’Italia al secondo posto dopo la Germania. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, nettamente superiore alla media europea (57%): al primo posto fra le principali economie europee. Il tasso di utilizzo circolare di materia in l’Italia nel 2019 è stato del 19,3%: superiore alla media dell’UE27 (all’11,9%), inferiore a quello francese (20,1%), ma superiore a quello tedesco (12,2%).
Il rapporto sostiene che non ci può essere transizione ecologica senza economia circolare: le possibilità di evitare una catastrofe climatica, onorando gli impegni al 2050 assunti al vertice Onu di Parigi del 2015, sono legate al rilancio dell’economia circolare.
Se si raddoppia l'attuale tasso di circolarità delle merci dall'8,6% (dato 2019) al 17%, si possono ridurre i consumi di materia dalle attuali 100 a 79 gigatonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno.