Il governo ha intenzione contribuire alla “nascita di un polo biotecnologico nazionale” e per farlo nel decreto Sostegno saranno stanziate risorse pari a circa “400-500 milioni di euro”. L'annuncio è stato dato dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, durante una conferenza stampa con il commissario europeo al Mercato, Thierry Breton, capo della task force Ue per accelerare la produzione di vaccini nel Vecchio continente.
Per Giorgetti, il compito dell’esecutivo sarà “facilitare la nascita di un polo nazionale, non solo legato ai vaccini, ma a tutto il biotecnologico". Un polo in cui "il contributo economico finanziario dello Stato sarà determinante”, ma lo sarà anche “l’eventuale partecipazione di soggetti dell'industria farmaceutica italiani chiamati a fare loro parte e non faranno mancare loro adesione".
Il titolare del Mise ha quindi sottolineato che "sia nel decreto sostegno, sia in un decreto che mi appresto a firmare come ministro dello Sviluppo economico, sono allocate già importante risorse per accompagnare tanto il progetto di polo quanto quelle aziende che in qualche modo accompagnano la strategia italiana ed europea sui vaccini": si tratta di circa "400-500 milioni di euro".
Sulla produzione di vaccini, ha tenuto a precisare Giorgetti, “l’industria italiana, di cui possiamo andare fieri, è già in grado di dare il suo contributi in tutte le fasi” industriali. E il polo biotech avrà quindi l’obiettivo di dare al Paese una struttura in grado di essere preparati anche in caso di nuove pandemie.
Sempre sul fronte dei vaccini intanto, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha aperto alla possibilità di “utilizzare i presidi che esistono all'interno delle aziende, quindi i medici aziendali, per l'attività di vaccinazione”. L’istanza, ha precisato Orlando nel corso di un tavolo con le parti sociali, è “garantire un accesso più fluido ai vaccini alle categorie di lavoratori che sono più immediatamente esposti al contagio e che, tra l'altro, sono anche i lavoratori che sono stati impegnati nei giorni del lockdown”, come quelli dei servizi essenziali e quelli della grande distribuzione.