AGI - L'Italia crescerà meno del previsto nel 2021, con il Pil che si attesterà sul +3,4%, dopo essere sceso dell'8,8% nello scorso anno. È quanto emerge dalle previsioni economiche invernali della Commissione europea. Bruxelles ritiene che la ripresa del Pil si attesterà al 3,5% nel 2022. Le stime della Commissione, per quanto negative per l’anno già concluso, rappresentano un miglioramento rispetto alle stime precedenti.
A luglio, la Commissione europea aveva previsto un calo per l’economia italiana dell’11,2%, poi rivisto al 9,9% in autunno. A un miglioramento sulle stime della recessione del 2020 segue una revisione delle previsioni di crescita per l’anno in corso, stimate al 4,1% nelle previsioni autunnali. La Nadef del governo prevede un calo del 9% nel 2020 e un rimbalzo del 6% nel 2021.
L’Ue vede la luce in fondo al tunnel
L’economia dell’Ue pesantemente colpita dalla pandemia tornerà a crescere, seppur lentamente, nel 2021. Nel previsioni macroeconomiche invernali della Commissione europea si stima per il 2020 un Pil a -6,3% (la previsione precedente era di -7,4%) e nel 2021 a +3,7 (secondo le previsioni autunnali doveva essere +4,1). Per il 2022 la stima è un aumento del Pil di 3,9% (più ottimista rispetto al 3% dell’autunno).
Di fatto, la tanto attesa ripresa viene rivista al ribasso. “Le prospettive a breve termine per l'economia europea sembrano più deboli di quanto previsto lo scorso autunno, poiché la pandemia ha rafforzato la sua morsa sul continente”, si legge nel documento della Commissione.
“Tuttavia, la luce è apparsa ora alla fine del tunnel in cui l'economia europea è entrata quasi un anno fa”, scrivono i funzionari Ue. “Man mano che le campagne di vaccinazione acquistano slancio e la pressione sui sistemi sanitari diminuisce, le misure di contenimento dovrebbero allentarsi gradualmente”, auspica l’esecutivo Ue.
La precisazione dovuta è che le stime non tengono in considerazioni gli effetti positivi attesi già nel 2021 grazie al pacchetto di Next Generation Eu.
L’Eurozona limita i danni, Pil 2020 in calo del 6,8%
La Commissione europea ha rivisto al rialzo le precedenti stime sulla recessione del 2020. Bruxelles prevede ora un calo del Pil nell’Eurozona pari al 6,8% per l’anno terminato. Dovrebbe seguire una crescita del 3,8% sia nel 2021 che nel 2022. Anche quest’ultima stima è stata rivista rispetto alle previsioni autunnali che indicavano un rimbalzo del Pil nell’area euro pari al 4,2% nel 2021. Di fatto, la tanto attesa ripresa viene rivista al ribasso.
Gentiloni, crescita del Pil a livello pre-crisi nel 2022
“Poiché la recessione nel 2020 non è stata così profonda come previsto, e grazie alle scoperte in materia di vaccini, ora prevediamo che l'economia dell'Ue tornerà al suo livello di Pil pre-crisi già nel 2022, anche se la crescita nel 2021 dovrebbe essere leggermente inferiore alle previsioni precedenti”, ha detto Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia, nel corso della presentazione delle previsioni economiche invernali.
“Questa previsione - ha proseguito l’ex premier - presuppone che le attuali misure di contenimento rigorose si allenteranno verso la fine del secondo trimestre e poi in modo più marcato nella seconda metà dell'anno, quando dovrebbero essere vaccinati i più vulnerabili e una quota crescente della popolazione adulta”.
“Nel complesso, si prevede che il Pil dell'Ue crescerà di circa il 3,7% quest'anno e del 3,9% nel 2022, dopo una contrazione stimata al 6,3% lo scorso anno”, ha sottolineato Gentiloni. “In poche parole rispetto alle nostre previsioni d'autunno: una contrazione minore nel 2020, una crescita inferiore nel 2021, una crescita più forte nel 2022”, è stata la sintesi del commissario europeo.