AGI - Le parti sociali attendono la convocazione da parte del presidente incaricato Mario Draghi e ritengono importante che si avvii al più presto il confronto. I leader di Cgil, Cisl e Uil contano di partire subito con il piede giusto, per impostare quel rapporto che hanno invocato ripetutamente sul Recovery Plan durante il governo Conte.
Si tratta non solo di affrontare i contenuti del Piano di ripresa e resilienza, visto che anche l'Ue prevede il coinvolgimento delle parti sociali, ma di prendere decisioni fondamentali per il futuro dei lavoratori: al top dell'agenda, la proroga del blocco dei licenziamenti, Cassa integrazione Covid, riforma degli ammortizzatori sociali.
Anche Confindustria chiederà al nuovo presidente del Consiglio un vero confronto e una riforma radicale degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro efficaci, superando approcci assistenziali.
Quanto al blocco dei licenziamenti, il presidente Carlo Bonomi si è espresso per una proroga (anche per la Cig Covid) riservata ai settori in sofferenza, non per quelli in ripresa.
Ma per Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri, non mantenere il blocco dei licenziamenti, che scade il 31 marzo, avrebbe conseguenze tragiche.
L'emergenza proseguirà fino all'estate - è il ragionamento di Landini - e non prorogare il blocco significherebbe aumentare il numero delle persone senza lavoro e senza reddito. I tre segretari generali sono contrari anche all'ipotesi di una selettività: "Sarebbe un disastro sociale", sostiene Furlan.
Per Furlan, "il tema che abbiamo davanti è il futuro del Paese. Gli investimenti sono fondamentali. Abbiamo il tema degli investimenti nella pubblica amministrazione, bisogna investire su digitale e professionalità".
Secondo Cgil, Cisl e Uil, le priorità è creare lavoro e difendere quello che c'è: quindi, investimenti in sanità, Pa, infrastrutture, digitalizzazione.
Ma prima - insiste in particolare Landini - occorre dire stop alla precarietà e investire sul lavoro di qualità. Furlan batte sulla necessità di fare un "patto sociale" per dare insieme un futuro al Paese.
"Siamo pronti al confronto - afferma Bombardieri - per avanzare proposte a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori, per rivendicare investimenti per nuovi posti di lavoro per le giovani e i giovani, per tutelare le pensionate e i pensionati. La storia, anche quella recente, insegna che, nei momenti difficili, il contributo del sindacato è stato decisivo. La ripresa, lo sviluppo del Paese e il rilancio del Mezzogiorno sono il nostro obiettivo: lo possiamo raggiungere se lavoriamo, tutti insieme, nella stessa direzione".
Il nuovo governo dovrà, secondo le organizzazioni sindacali, mettere finalmente mano alle riforme della Pa, per far sì che gli investimenti si tramutino in opere, e del fisco, per contrastare le disuguaglianze sociali enormemente cresciute.
I sindacati ricordano infine che ci sono decine e decine di crisi aziendali e vertenze aperte che aspettano risposte: da Alitalia all'ex Ilva a Whirlpool. Situazioni per cui - affermano - non c'è più tempo da perdere.
Sul fronte delle imprese, tutte le associazioni datoriali si dicono pronte al dialogo e sottopongono al futuro esecutivo le emergenze del momento. Così la Confesercenti - ha spiegato la presidente Patrizia De Luise - chiederà a Draghi di facilitare le procedure dei ristori, alleggerire il peso della burocrazia e progettare la ripartenza facendo in modo che i soldi del Recovey fund vengano investiti in modo produttivo.