AGI - Altre 26 settimane di cig e una proroga del blocco dei licenziamenti ma solo per i settori più in crisi. Inizia a prendere forma il nuovo piano di aiuti all’economia che il governo punta a varare con il quinto decreto Ristori la prossima settimana.
II primo provvedimento anti-Covid del 2021 che sarà finanziato con l’extra deficit da 32 miliardi approvato a maggioranza assoluta dalle Camere. Uno dei pilastri è il pacchetto lavoro con il prolungamento della cassa Covid e l'ipotesi di una proroga selettiva del blocco dei licenziamenti che scade il 31 marzo.
Proroga della cig e degli sgravi contributivi
L’obiettivo è di estendere la Cig Covid fino a 26 settimane per l'assegno ordinario e la cassa in deroga. In parallelo sarebbe previsto anche l'esonero contributivo alternativo all'utilizzo della cassa integrazione.
“Fra le misure a cui sto lavorando in vista del nuovo decreto Ristori, e sulle quali nei prossimi giorni mi confronterò con sindacati e imprese, c'è la proroga della cassa integrazione Covid-19, che arriverà fino a 26 settimane per assegno ordinario e Cig in deroga, e dello sgravio contributivo al 100% alternativo all'utilizzo della cassa per chi riporta i lavoratori in azienda”, ha spiegato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
Dovrebbero essere finanziate due tranche aggiuntive di cig: 18 nuove settimane di cassa in deroga e 4 settimane di cassa ordinaria. A queste dovrebbe aggiungersi anche un ulteriore pacchetto di cassa destinata al settore agricolo.
Gualtieri, sostegni per tutto il tempo necessario
“Grazie allo scostamento di bilancio proseguiremo e completeremo gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia, che riteniamo debbano proseguire per tutto il tempo necessario”, ha assicurato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri spiegando che ci saranno nuovi stanziamenti per interventi a tutela del lavoro, che consentiranno “di finanziare un nuovo periodo di cassa integrazione per quelle imprese che continuano ad avere difficoltà a causa del Covid-19”.
Il governo, ha annunciato il ministro, valuterà "una selettività nella proroga ulteriore del blocco dei licenziamenti in alcuni settori” e di tornare, invece, “alla normalità" nei comparti "meno impattati". Nel decreto sarà previsto inoltre lo stanziamento di 1,5 miliardi per la decontribuzione delle partite Iva, impegno preso con il Parlamento.
A completare il pacchetto lavoro ci sarà poi un intervento sulla Naspi. E oltre un miliardo dovrebbe essere destinato al rifinanziamento del reddito di cittadinanza.
Intervento perequativo per gli indennizzi
Lo schema degli indennizzi a tutte le categorie colpite, compresi i professionisti, dovrebbe superare il criterio dei codici Ateco e guardare al calo di fatturato, non più su base mensile, ma su base semestrale o annuale, con una soglia delle perdite per l'accesso ai ristori che dovrebbe essere confermata al 33%. E si dovrebbe tener conto anche all’entità degli aiuti già ricevuti prevedendo un intervento “perequativo” per coloro che sono stati penalizzati dai criteri adottati lo scorso anno.
Ci sarà "una valutazione ex post che possa valutare l'intero anno e numeri alla mano ci consenta di ripianare quegli eventuali limiti o situazioni di penalizzazione che ci possono essere state", ha detto Gualtieri. Una sorta di compensazione sulla base del raffronto tra il fatturato 2019 e 2020. Il confronto "aprile su aprile ci ha consentito di essere rapidi, probabilmente i più rapidi in assoluto", ha spiegato il titolare dell'Economia, ma "in qualche caso può avere prodotto un’ingiustizia".
Verso una rimodulazione della riscossione
Uno dei capitoli più consistenti del provvedimento sarà quello fiscale. Dopo la ‘proroga ponte’ che ha previsto lo slittamento al 31 gennaio 2021 delle notifiche dei versamenti delle cartelle esattoriali così come dei pignoramenti di stipendio e di pensione, il governo intende intervenire nel dl Ristori per rimodulare l’attività di riscossione “per evitare”, ha sottolineato Gualtieri, “che la ripresa di questa attività produca assembramenti eccessivi negli uffici dell'Agenzia delle entrate e anche per diluirne l'impatto”.
Allo studio c’è una nuova rottamazione delle cartelle, la quarta appunto che dovrebbe consentire di regolare i conti con il fisco senza pagare sanzioni e interessi e dovrebbe riguardare i ruoli relativi agli anni 2018 e 2019.
Nel decreto saranno poi destinati oltre 3 miliardi alla sanità, di cui 1,5 per l'acquisto e la conservazione dei vaccini. Altri 2 miliardi dovrebbero andare agli enti territoriali e circa 1 miliardo al potenziamento del trasporto pubblico locale. In arrivo anche nuovi fondi per la scuola, per le forze dell’ordine e per la protezione civile.